Le Acli a Milano: un piano per aiutare le famiglie in difficoltà
Un piano per aiutare le famiglie in condizione di povertà assoluta. E’ la proposta
formulata all’interno della Conferenza programmatica delle Acli, in corso da ieri
all’Università Cattolica di Milano, per rispondere ai bisogni di oltre un milione
di famiglie italiane, il 4,2% del totale dei nuclei, 2 milioni e 400 mila individui
che, secondo la definizione dell’Istat, non raggiungono livelli di vita “minimamente
accettabili”. Si tratta di far evolvere l’attuale strumento della “social card”.Il servizio di Fabio Brenna:
Entro il
2013 – nei piani delle Acli - occorrerebbe ampliare ed estendere questo strumento,
portandolo dagli attuali 40 a 133 euro mensili, differenziati a seconda del potere
d’acquisto nelle varie zone del Paese ed integrandolo con una serie di servizi alla
persona ed una gestione globale affidata ai Comuni. Un piano che, a regime, costerebbe
allo Stato 655 milioni di euro. Il presidente delle Acli, Andrea Olivero:
“Noi
crediamo che non si debbano smantellare le iniziative precedentemente messe in campo.
La 'social card' si può modificare, si può rendere utile per andare a contrastare
davvero la povertà, ma bisogna trasformarla in uno strumento universalistico e, quindi,
rivolto a tutti i cittadini che sono in condizione di povertà. Bisogna poi fare in
modo che sia anche più rilevante l’importo di questo strumento, affinché davvero incida
sulla vita delle famiglie italiane impoverite”. Le Acli celebrano
questo appuntamento di metà mandato non a caso a Milano, dove - insieme alla Caritas
- gestiscono il Fondo diocesano “Famiglia e lavoro”, voluto dal cardinale Tettamanzi,
per aiutare le famiglie e i lavoratori investiti dalla crisi. E’ un’occasione, inoltre,
per consolidare il modello organizzativo dell’Associazione che, superata ormai quota
un milione di iscritti, punta a proporsi non solo come erogatore di servizi. Un'associazione
che, radicata sul territorio, vuol dire la sua anche a proposito del dibattito sulle
riforme in Italia. “Si apre in questo momento una stagione di
riforme e a noi non interessa tanto chi deve partire, quanto che si vadano ad affrontare
i temi che riguardano principalmente i cittadini e, quindi, questioni come la riforma
del lavoro, del mercato del lavoro, andando anche finalmente a metter mano ad una
revisione complessiva degli ammortizzatori sociali; la riforma del welfare; la riforma
contro la povertà, perché nel nostro Paese non esistono misure di contrasto; e, anche
iniziative che vadano a cambiare il modo di far politica: in particolare non andiamo
più a votare con questa brutta legge elettorale. La società civile vuole contare!
Vogliamo essere corresponsabili in questa fase”. Il ministro
della Giustizia, Angelino Alfano, aprendo i lavori, ha annunciato la prossima riforma
del titolo del Codice Civile che riguarda proprio il mondo dell’associazionismo. Ancora
Andrea Olivero: “Abbiamo certamente interesse che si facciano
le riforme, ma vogliamo essere coinvolti in questo. La riforma del Codice Civile è
decisiva per prendere atto di un cambiamento che c’è già stato nel nostro Paese, ma
vogliamo che questa venga fatta per far nascere più associazionismo, per dare più
libertà e possibilità ai nostri concittadini e non certo per diminuire lo spazio dell’aggregazione
sociale”. I lavori della conferenza “Sentinelle del territorio,
costruttori di solidarietà” saranno conclusi sabato dall’arcivescovo di Milano, cardinale
Dionigi Tettamanzi.