Accordo storico a Praga: Obama e Medvedev firmano la riduzione degli arsenali nucleari
Storico è l’aggettivo con cui sia il presidente Usa, Barack Obama, sia il capo del
Cremlino, Dmitri Medvedev, hanno commentato la firma stamane a Praga dell’accordo
Start2 per la riduzione del 30% delle armi nucleari. La firma e la conferenza stampa
congiunta hanno fatto seguito a due ore di colloquio. Il servizio Fausta Speranza:
La
firma dell'accordo Start2 per la riduzione delle armi nucleari è un “avvenimento storico”
anche perchè avviene a Praga, città che è un “monumento alla pace”. Sono parole del
presidente americano, Obama, che sottolinea che con questo accordo Mosca e Washington
hanno “fermato la deriva” nei rapporti bilaterali. Obama aggiunge poi che l’accordo
rende gli Stati Uniti e il mondo "più sicuri”. E non sono da meno i commenti del presidente
russo Medvedev che parla di pagina nuova nelle relazioni tra i due Paesi e si dice
certo che l’accordo aumenterà la sicurezza in tutto il mondo”. Medvedev ci tiene anche
a puntualizzare che si tratta di un accordo equilibrato e – aggiunge – non ci sono
“né vincitori ne' vinti: a vincere è la sicurezza mondiale, dunque la comunità internazionale”.
Medvedev poi liquida anche la questione dello scudo antimissile statunitense, affermando
che “i passi fatti dall'amministrazione Obama rispetto a quella Bush sullo scudo antimissile
hanno favorito il progresso dei negoziati” e che se restano divergenze ci sono però
motivi di ottimismo. Resta da dire che il leader del Cremlino ha ringraziato Obama
per il “lavoro di squadra” e le autorità ceche per la bellissima sala del Castello
di Praga che hanno messo a disposizione per la cerimonia.
Katyn:
commemorazione dell’eccidio di 22 mila polacchi ordinato da Stalin Il premier
russo, Vladimir Putin, e quello polacco, Donald Tusk, hanno commemorato ieri a Katyn,
in Russia, l’eccidio di circa 22 mila polacchi, in gran parte ufficiali ed esponenti
della classe dirigente, compiuto dalla polizia segreta sovietica per ordine di Stalin.
Si è trattato della prima commemorazione comune tra Polonia e Russia, a 70 anni da
quel terribile massacro. Ha preceduto i discorsi politici una celebrazione religiosa
alla quale hanno partecipato, da parte polacca, mons. Tadeusz Pikus, presidente della
Consiglio per il Dialogo ecumenico dell’episcopato polacco, il metropolita ortodosso,
il rabbino capo, il vescovo della chiesa luterana e il rappresentante delle comunità
musulmane, insieme a sacerdoti del patriarcato di Mosca. Il servizio di Adriana
Masotti:
Una delle
pagine più buie anche se poco conosciute della storia del Novecento, quella del massacro
di oltre 20 mila polacchi trucidati in Russia per ordine di Stalin fra l’aprile e
il maggio del 1940. Erano per lo più ufficiali e membri dell'intelighenzia
polacca. Lo scopo, quello di eliminare il nerbo di una possibile resistenza o rinascita
della Polonia. Pesante la mistificazione del regime sovietico, che fino al 1990 attribuì
il massacro ai nazisti. Tutto era cominciato dopo l’invasione nel 1939 della Polonia
orientale da parte dell’Unione Sovietica. Numerosi prigionieri furono deportati in
Russia. Poi, “in nome dell’interesse supremo dello Stato”, la decisione di eliminarne
circa 22 mila, ciascuno con un colpo d’arma da fuoco alla nuca, davanti alle fosse
comuni scavate in varie zone della Russia, tra cui la foresta di Katyn, 400 km. a
sud ovest di Mosca, diventata il simbolo di questa tragedia. "Per questi crimini non
possono esistere giustificazioni", ha detto Putin durante la cerimonia di commemorazione.
Il premier russo ha voluto poi sottolineare che le vittime del regime comunista furono
anche i cittadini sovietici: cosacchi, preti, contadini, professori, operai. “Alla
Russia e alla Polonia - ha detto ancora - è toccato in sorte, come a nessun altro
Paese, di passare per tutte le tragedia del Ventesimo secolo, di pagare un prezzo
estremamente alto per le due guerre mondiali, per conflitti fratricidi, per la ferocia
e disumanità del totalitarismo”. Una condanna ferma dello stalinismo, dunque,
ma nessuna richiesta di perdono. E neppure la decisione di togliere il segreto di
Stato su due terzi dei faldoni giudiziari del processo che ha liquidato gli orrori
di Katyn come delitti comuni, e non come crimini di guerra o genocidio.
Ma in ogni caso un primo, importante passo è stato fatto e lo stesso premier polacco
Tusk si è detto convinto che “Russia e Polonia troveranno la forza e il coraggio di
andare fino in fondo perché la via della riconciliazione sia facile e breve”.
Forte
calo della Borsa di Atene Sempre più critica la situazione dei conti economici
della Grecia. Oggi, tonfo della piazza finanziaria. La Borsa di Atene segna un calo
del 5,68%. Mentre è in corso una missione di due settimane di una delegazione tecnica
del Fondo monetario internazionale, oggi la crisi ellenica dominerà l'agenda della
riunione della Banca centrale europea a Francoforte.
Tensione altissima
in Thailandia: oscurata la tv dei manifestanti La tv di riferimento delle “camicie
rosse” thailandese è stata oscurata e i dimostranti minacciano ritorsioni se rimarrà
fuori onda. Dalle province rurali nel nord del Paese, giungono intanto notizie di
manifestazioni parallele dei sostenitori dell'ex premier, Thaksin Shinawtra. Ma dopo
la proclamazione dello stato di emergenza, la situazione a Bangkok è sostanzialmente
immutata rispetto a ieri: nonostante i poteri speciali, le forze armate non si fanno
vedere nelle strade e migliaia di dimostranti continuano a presidiare alcuen zone
sotto un sole torrido. I manifestanti - sostenitori dell’ex premier Shinawatra - chiedono
le dimissioni del primo ministro Vejjajiva e nuove elezioni. L'emittente Ptv, il "Canale
del popolo", che trasmette tutte le manifestazioni dei “rossi”, è stata oscurata questa
mattina assieme ad altri siti - anche in inglese – che simpatizzano con la loro causa.
Dal palco eretto presso la Ratchaprasong Intersection, i leader del movimento hanno
intimato al governo di Abhisit Vejjajiva di annullare l’oscuramento della televisione,
pena un'escalation della protesta. Hanno anche aggiunto di voler cercare altri
satelliti disposti a far tornare in onda Ptv. Abhisit - che per seguire la situazione
ha annullato un previsto viaggio in Vietnam - ripete di non aver intenzione di usare
la forza e ha messo a disposizione un servizio di trasporto via autobus, invitando
i manifestanti a tornare nelle province con l'assicurazione che non verranno perseguiti.
Ma per domani i fedelissimi di Thaksin hanno già annunciato l'ennesimo corteo per
le strade di Bangkok.
Elezioni in Sri Lanka In tutto lo Sri Lanka
sono cominciate oggi, alle 7 (le 3:30 italiane), le operazioni di voto per il rinnovo
del parlamento, senza che si registrassero problemi di ordine pubblico. Lo riferiscono
i media a Colombo. Oltre 14 milioni di elettori avranno tempo fino alle 16 per scegliere
225 parlamentari fra i candidati di una trentina di partiti. Fra questi, i principali
sono l'Alleanza per la libertà del popolo unito (Upfa) del presidente, Mahinda Rajapaksa,
e il partito nazionale unito (Unp), che ha candidato l'ex comandante dell'esercito,
Sarath Fonseka, attualmente in carcere. Il presidente Rajapaksa, che ha vinto le presidenziali
del 26 gennaio, è stato fra i primi oggi a recarsi a votare nella sua città natale
di Hambantota. Il servizio di Maria GraziaCoggiola:
Ci
si aspetta una riconferma nel partito di maggioranza di Rajapaksa, che
dovrà di nuovo vedersela con il suo maggiore rivale, il generale Sarath Fonseca, in
carcere per accuse di golpe e di corruzione e sottoposto a Corte marziale. Fonseca,
l’ex capo di Stato maggiore, artefice della vittoria militare contro le Tigri Tamil,
gode ancora di molta popolarità, nonostante la dura repressione del governo contro
i suoi sostenitori e contro la stampa indipendente. Secondo l’opposizione, le elezioni
del 26 gennaio scorso, dove Rajapaksa vinse con larga maggioranza, sono
state truccate da brogli e da irregolarità e hanno visto una scarsa partecipazione
della minoranza Tamil. Anche se favorito, il partito nazionalista di Rajapaksadifficilmente riuscirà però a raggiungere una maggioranza dei due terzi,
che permetterebbe al parlamento di avviare alcune importanti riforme costituzionali.
(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 98 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.