Giornata Mondiale della Salute: l'Onu mette l'accento sulle aree urbane
“La salute nelle aree urbane conta!”. È l’appello lanciato dal segretario generale
dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione dell'odierna “Giornata mondiale della Salute”.
“Il fardello della povertà mondiale - osserva Ban Ki-moon - si sta spostando dalle
aree rurali alle città densamente popolate”. Numerose le minacce per la salute. Di
qui la necessità di “politiche efficaci” da parte dei governi. Ma perché è importante
il binomio urbanizzazione-salute? Roberta Rizzo lo ha chiesto a Francesca
Racioppi, direttore dell’ufficio di Roma dell’Oms Europa:
R. – Appena
30 anni fa, soltanto quattro persone su dieci abitavano in centri urbani. Oggi in
Europa più del 70% della popolazione vive in aree urbane. A livello mondiale ci aspettiamo
che questo valore verrà raggiunto entro il 2050. Questo chiaramente pone delle sfide
che non hanno conosciuto precedenti nel passato della storia dell’umanità. D.
– Al centro dell’attenzione ci sono anche i cambiamenti climatici: il trasporto su
strada comporta effetti significativi sulla salute umana a causa delle emissioni di
gas serra … R. – Dobbiamo considerare che circa il 60% delle
emissioni di gas serra vengono emesse da città. Allo stesso tempo stimiamo, sempre
a livello globale, che circa il 75% dell’energia viene consumata in città. Questo
chiaramente pone delle sfide particolari, come per esempio il modo in cui viene pensata
l’organizzazione di tutti quei servizi che producono gas serra e consumano energia.
Questo lega lo stile di vita urbano ad alcuni dei problemi che poi si presentano per
la salute: l’eccessivo utilizzo di carburanti fossili produce, non soltanto gas serra,
inquinamento atmosferico. L’inquinamento atmosferico, a sua volta, danneggia la salute
in maniera diretta, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie
ed esacerbando i casi di asma nelle popolazioni che soffrono questo tipo di patologia.
D. – Le minacce per la salute, dunque, aumentano. Come affrontare
le nuove sfide? R. – Innanzitutto con una pianificazione urbana
che promuova l’adozione di stili di vita sani e il miglioramento delle condizioni
di vita urbana. Non dimentichiamo che ad oggi circa un miliardo di persone vive in
luoghi estremamente insalubri. Ricordiamo, infine, che vivere in città in aree a rischio
di terremoti e inondazioni, richiama ad una particolare responsabilità nel far sì
che questi agglomerati urbani siano sicuri.