2010-04-07 16:22:41

Escalation di violenza in Kirghizistan: ucciso il ministro degli Interni


Il ministro degli Interni del Kirghizistan, Moldomoussa Kongantiev, è stato ucciso oggi a Talas, nel nord ovest del Paese, dove erano stati segnalati disordini e saccheggi e dove ieri si erano tenute le prime manifestazioni di protesta di massa. Almeno 17 persone sono morte nei violenti scontri fra polizia e migliaia di oppositori, nella capitale Bishkek. Il servizio di Carla Ferraro:RealAudioMP3
 
Il ministro dell'Interno del Kirghizistan, Kongantiev, è stato ucciso a Talas, nel nord ovest del Paese. Intanto, nella capitale proseguono violenti gli scontri tra i militanti dell'opposizione e la polizia, in cui sarebbero rimasti uccisi almeno 17 persone. Manifestanti hanno fatto irruzione nella sede dell'emittente radiotelevisiva di Stato. Il premier Usenov, che ha dichiarato lo stato di emergenza e il coprifuoco in tutto il Paese, ha affermato che non intende negoziare con i dimostranti che chiedono le dimissioni del presidente Bakiev. Ieri a Talas, i manifestanti anti-presidente avevano invaso gli edifici del governo regionale e sequestrato per alcune ore il governatore, liberato poi dalla polizia. Sembra ci siano 15 agenti dispersi, 16 civili e 85 poliziotti feriti. Le proteste sono in corso anche nelle regioni di Naryn e Chui dove i manifestanti hanno preso il controllo di alcuni edifici pubblici. Gli oppositori chiedono le dimissioni di Bakiyev, arrivato al potere cinque anni fa sull'onda popolare della Rivoluzione dei Tulipani", ma gli osservatori ritengono che la situazione sia drammaticamente peggiorata negli ultimi anni. Dalla sua salita al potere Bakiev ha garantito una certa stabilità a spese della democrazia: chiusi due quotidiani e bloccato l'accesso internet ai siti che criticano il governo. La nazione viene ritenuta sia dagli Usa sia dalla Russia una via di passaggio strategica per l'Afghanistan e cruciale per la stabilità dell'area. In particolare, gli Stati Uniti utilizzano una base militare nella poverissima Repubblica dell'Asia centrale come appoggio per le operazioni in Afghanistan.







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