Colombia: nota dei vescovi in vista delle prossime elezioni presidenziali
A meno di due mesi dalle elezioni presidenziali, in programma per il prossimo 30 maggio,
il presidente della Conferenza episcopale colombiana e arcivescovo di Barranquilla,
mons. Rubén Salazar Gómez, ha esortato tutti i fedeli e la gente di buona volontà
a prendere parte al processo democratico “che è alla base del rispetto per la persona
umana e della ricerca del bene comune”. Con un comunicato rivolto a tutto il Paese,
il presule riflette sulla diffusa consapevolezza critica sul sistema democratico mostrato
dal popolo colombiano nelle precedenti elezioni legislative, e rileva con soddisfazione
che gli elettori “manifestano preferenze per quei programmi che esprimono un maggiore
interesse per le questioni sociali”. L'arcivescovo si rallegra quindi del fatto che
non vi è più “alcun timore nel mostrare indignazione per i comportamenti che ledono
l’integrità e la trasparenza che dovrebbero orientare i sistemi democratici”. “È diventato
chiaro – si legge nella nota - che la democrazia è costruita da tutti, ed è possibile
farlo quando vi è il rispetto per i valori e quando non si usa la povertà o l’ignoranza
al fine di conseguire uno scopo”. Alla luce di questa ritrovata presa di coscienza
il presule inviata poi i politici a “utilizzare il mandato del popolo per promuovere
il benessere dei cittadini in tutti gli aspetti della vita”. Mons. Gómez mette inoltre
l’accento sul pluralismo “che garantisce l'esercizio democratico e comporta necessariamente
una competizione dinamica che mette in gioco una serie di proposte politiche ed economiche”.
“Non ci può essere democrazia senza differenze – ammonisce ancora il vescovo -, ma
tutti devono rispettare l'avversario, che non è il nemico, e nel riconoscimento delle
loro differenze devono cercare il modo più appropriato per costruire la nazione”.
Il presidente della Conferenza episcopale colombina, infine, invita tutti a esercitare
il loro diritto-dovere di voto, dopo un'attenta analisi dei candidati, che tenga conto
della loro storia e del loro programma di governo. “Abbiamo sempre cercato – afferma
in conclusione – di scegliere quelli che garantiscono la costruzione di un Paese unito
e pacifico. La celebrazione in questo tempo pasquale della morte e risurrezione di
Gesù Cristo, ci invita a lasciarsi alle spalle i vecchi vizi politici e a cercare
insieme la via di una vera democrazia”. (M.G.)