2010-04-07 15:18:30

Ad un anno dal terremoto in Abruzzo, cultura e solidarietà protagoniste all'Aquila e a Roma


Ad un anno dal terremoto in Abruzzo, la musica e la cultura si mettono a servizio della solidarietà. Questa sera a Collemaggio si terrà il concerto “Et terra mota est” dell’orchestra giovanile della diocesi di Avezzano. L’evento si potrà seguire in diretta su "Telepace". Saranno presenti anche Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano. Il concerto di questa sera sarà anche l’occasione per avvolgere di speranza un anno segnato da profonde sofferenze, come ricorda il rettore della Basilica di Collemaggio don Nunzio Spinelli, intervistato da Federico Piana:RealAudioMP3

R. – E’ stato un anno di Via Crucis per tante persone: prima nelle tende, poi sradicati dalle loro case, dalle loro città, perché la necessità li portava a vivere sulla costa, negli alberghi. Da oggi speriamo. Anzi, sembra essere già certezza che la speranza sarà negli animi degli abitanti dell’Aquila. Una speranza, questa, che ci porta la Risurrezione del Cristo. Facendo proprio un augurio a L’Aquila e agli aquilani, vorrei che risorgessero a nuova vita, così come il Cristo è risorto dalla morte.

 
D. – Don Nunzio, Collemaggio è la Basilica simbolo de L’Aquila. E’ stata colpita, ferita al cuore. Questo fatto così triste ha riavvicinato molte persone anche alla spiritualità?

 
R. – Molta gente si sta riavvicinando e non perché ha perso il senso religioso, ma perché lo ha smarrito in questi periodi, andando avanti e indietro... Speriamo ora che possa riprendere una vita nuova e che questa speranza possa affermarsi in tutte le persone. Sarà un po’ difficile tornare alla normalità e questo sia nella ricostruzione materiale sia nella ricostruzione spirituale.

Questa sera la musica è di scena anche nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore dove si terrà il concerto di beneficenza per la ricostruzione di Onna organizzato dall’ambasciata tedesca in Italia. Il "Muenchener Bach-Chor", noto in tutto il mondo, eseguirà la Messa in Do Minore di Wolfgang Amadeus Mozart. Diversi progetti sono stati finora realizzati ad Onna anche grazie ad iniziative di solidarietà come questa. Altre importanti opere verranno completate prossimamente, come spiega al microfono di Federico Piana, il presidente dell’organizzazione “Onna Onlus”, Franco Papola:RealAudioMP3

R. – Abbiamo posto la prima pietra della nuova Casa polifunzionale “Casa Onna”, che sarà un centro di aggregazione ma anche un centro per la progettazione della nuova Onna che sorgerà sicuramente dove era prima.

 
D. – Presidente, che bilancio si può fare di quest’anno così drammatico per Onna e per tutti gli abruzzesi?

 
R. – Le perdite che ci sono state anche in questo piccolo villaggio – 280 persone, 40 morti – è stato drammatico: ci manca comunque qualcosa, ci manca la vita normale e adesso stiamo cominciando a riconquistarla in questo villaggio nuovo. Onna è un po’ particolare perché siamo sempre rimasti uniti, siamo sempre rimasti qui, in questa zona. Ma se pensiamo invece ad altre realtà, al disgregarsi della comunità che c’è stato anche in altre parti, questo è drammatico. Abbiamo perso tutto quello che c’era prima e stiamo cominciando a riattivarci, stiamo incominciando una nuova vita.

 
Ma quali sono oggi le priorità per la popolazione di Onna? Federico Piana lo ha chiesto a don Cesare Cardozo, parroco nel paese abruzzese:RealAudioMP3

R. – Quello che conta, in realtà, è nutrire la nostra anima, la nostra vita e vogliamo, in questo momento nel quale ricordiamo i nostri cari, dire a noi stessi che bisogna sempre e comunque rapportarsi con tutti, in modo sereno e in modo tranquillo, per vivere davvero come fratelli, lasciando perdere tante volte quelle “cosette”, che ci tengono ancorate alle cose negative.

 
D. - C’è stato un allontanamento o un riavvicinamento delle persone nei confronti della fede?

 
R. - Io penso che non ci sia stato un allontanamento delle persone dalla Chiesa. Tante persone si sono, però, chieste: Perché? Ma questo interrogativo è avvolto nel mistero. Molte persone hanno allora deposto l’arma della ragione e si sono abbandonate a quella della fede. Questa è stata cosa straordinaria, bellissima. C’è l’esempio di una nostra parrocchiana, Anna Rita, che tuttora si chiede il perché della morte di suo figlio, perché sia successo tutto questo. Nonostante continui a domandarsi il perché, la vediamo sempre alla Messa domenicale, la vediamo accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e a quello della comunione perché sa, dentro il suo cuore, che solo Dio ci può dare la certezza di incontrarci un domani con quelle persone che abbiamo amato sulla terra e che ameremo in eterno, quando verremo chiamati all’eternità.(Montaggi a cura di Maria Brigini)







All the contents on this site are copyrighted ©.