Ad un anno dal terremoto in Abruzzo, cultura e solidarietà protagoniste all'Aquila
e a Roma
Ad un anno dal terremoto in Abruzzo, la musica e la cultura si mettono a servizio
della solidarietà. Questa sera a Collemaggio si terrà il concerto “Et terra mota est”
dell’orchestra giovanile della diocesi di Avezzano. L’evento si potrà seguire in diretta
su "Telepace". Saranno presenti anche Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano.
Il concerto di questa sera sarà anche l’occasione per avvolgere di speranza un anno
segnato da profonde sofferenze, come ricorda il rettore della Basilica di Collemaggio
don Nunzio Spinelli, intervistato da Federico Piana:
R. – E’ stato
un anno di Via Crucis per tante persone: prima nelle tende, poi sradicati dalle loro
case, dalle loro città, perché la necessità li portava a vivere sulla costa, negli
alberghi. Da oggi speriamo. Anzi, sembra essere già certezza che la speranza sarà
negli animi degli abitanti dell’Aquila. Una speranza, questa, che ci porta la Risurrezione
del Cristo. Facendo proprio un augurio a L’Aquila e agli aquilani, vorrei che risorgessero
a nuova vita, così come il Cristo è risorto dalla morte.
D.
– Don Nunzio, Collemaggio è la Basilica simbolo de L’Aquila. E’ stata colpita, ferita
al cuore. Questo fatto così triste ha riavvicinato molte persone anche alla spiritualità?
R.
– Molta gente si sta riavvicinando e non perché ha perso il senso religioso, ma perché
lo ha smarrito in questi periodi, andando avanti e indietro... Speriamo ora che possa
riprendere una vita nuova e che questa speranza possa affermarsi in tutte le persone.
Sarà un po’ difficile tornare alla normalità e questo sia nella ricostruzione materiale
sia nella ricostruzione spirituale.
Questa sera la musica è di scena anche
nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore dove si terrà il concerto di beneficenza
per la ricostruzione di Onna organizzato dall’ambasciata tedesca in Italia. Il "Muenchener
Bach-Chor", noto in tutto il mondo, eseguirà la Messa in Do Minore di Wolfgang Amadeus
Mozart. Diversi progetti sono stati finora realizzati ad Onna anche grazie ad iniziative
di solidarietà come questa. Altre importanti opere verranno completate prossimamente,
come spiega al microfono di Federico Piana, il presidente dell’organizzazione
“Onna Onlus”, Franco Papola:
R. – Abbiamo
posto la prima pietra della nuova Casa polifunzionale “Casa Onna”, che sarà un centro
di aggregazione ma anche un centro per la progettazione della nuova Onna che sorgerà
sicuramente dove era prima.
D. – Presidente, che
bilancio si può fare di quest’anno così drammatico per Onna e per tutti gli abruzzesi?
R.
– Le perdite che ci sono state anche in questo piccolo villaggio – 280 persone, 40
morti – è stato drammatico: ci manca comunque qualcosa, ci manca la vita normale e
adesso stiamo cominciando a riconquistarla in questo villaggio nuovo. Onna è un po’
particolare perché siamo sempre rimasti uniti, siamo sempre rimasti qui, in questa
zona. Ma se pensiamo invece ad altre realtà, al disgregarsi della comunità che c’è
stato anche in altre parti, questo è drammatico. Abbiamo perso tutto quello che c’era
prima e stiamo cominciando a riattivarci, stiamo incominciando una nuova vita.
Ma
quali sono oggi le priorità per la popolazione di Onna? Federico Piana lo ha
chiesto a donCesare Cardozo, parroco nel paese abruzzese:
R. – Quello
che conta, in realtà, è nutrire la nostra anima, la nostra vita e vogliamo, in questo
momento nel quale ricordiamo i nostri cari, dire a noi stessi che bisogna sempre e
comunque rapportarsi con tutti, in modo sereno e in modo tranquillo, per vivere davvero
come fratelli, lasciando perdere tante volte quelle “cosette”, che ci tengono ancorate
alle cose negative.
D. - C’è stato un allontanamento
o un riavvicinamento delle persone nei confronti della fede?
R.
- Io penso che non ci sia stato un allontanamento delle persone dalla Chiesa. Tante
persone si sono, però, chieste: Perché? Ma questo interrogativo è avvolto nel mistero.
Molte persone hanno allora deposto l’arma della ragione e si sono abbandonate a quella
della fede. Questa è stata cosa straordinaria, bellissima. C’è l’esempio di una nostra
parrocchiana, Anna Rita, che tuttora si chiede il perché della morte di suo figlio,
perché sia successo tutto questo. Nonostante continui a domandarsi il perché, la vediamo
sempre alla Messa domenicale, la vediamo accostarsi al Sacramento della Riconciliazione
e a quello della comunione perché sa, dentro il suo cuore, che solo Dio ci può dare
la certezza di incontrarci un domani con quelle persone che abbiamo amato sulla terra
e che ameremo in eterno, quando verremo chiamati all’eternità.(Montaggi
a cura di Maria Brigini)