I vescovi del Senegal: senza verità non c'è né giustizia né pace
“Un impegno individuale e collettivo a diventare artigiani di pace, ad aprire nuove
vie di solidarietà, a mobilitare tutte le energie per favorire lo sviluppo integrale
dell’uomo e a proseguire un dialogo interreligioso sincero”: è l’appello dei vescovi
del Senegal in un messaggio per il 50.mo anniversario dell’indipendenza. I presuli
auspicano che l’anniversario dell’indipendenza, che ricorre in “coincidenza provvidenziale”
con la Pasqua, possa “dare una speranza rinnovata alla popolazione, confermare un
clima di pace e segnare l’alba di una nuova era”. Delineando un bilancio dei primi
50 anni di indipendenza, i vescovi segnalano risultati positivi nel settore dell’istruzione,
della sanità, dei servizi essenziali come l’elettricità. La ricerca e il mantenimento
della pace sono però al centro del messaggio: “Senza verità non ci può essere pace
né giustizia: solo con la verità si possono conoscere situazioni di ingiustizia e
quindi correggerle” insistono i vescovi. Fondamentale in questa prospettiva è “l’educazione
alla pace, alla tolleranza, all’unità e al dialogo”; miglior antidoto alla “crescente
intolleranza religiosa al livello mondiale – si legge ancora nel testo - è un dialogo
permanente e sincero tra le diverse religioni, in particolare con l’Islam”. Altro
impegno richiesto dai presuli è “il rispetto dei diritti umani, la promozione dell’individuo”
per riuscire a costruire “uno sviluppo armonioso, una pace sostenibile, un’armonia
sociale”. Tra le zone di ombra del percorso del Senegal come nazione sovrana, i vescovi
lamentano “le ingiustizie economiche, la corruzione, l’impunità, la violenza ricorrente,
il perdurare di gravi problemi negli ambienti urbani come rurali”, il tutto aggravato
dalle regole imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali, dal disimpegno
dello Stato e dalle privatizzazioni rischiose. Infine deplorano il perdurare della
guerra nella regione meridionale della Casamance e citando un testo di Giovanni Paolo
II ammoniscono: “il conflitto è emblema del fallimento quando si ricorre alla violenza
come strumento per risolvere problemi politici e sociali”.(C.S.)