2010-04-05 15:14:01

Attentati in Pakistan: decine di morti. Colpito anche il consolato Usa


Una nuova serie di attentati ha scosso oggi la provincia pachistana della Frontiera del nordovest, a ridosso del confine con l'Afghanistan: a Peshawar i talebani hanno rivendicato l'attacco al consolato Usa, costato la vita a sei persone, compresi quattro assalitori, e preannunciato l'arrivo di nuovi attentati. Alcune ore prima, a Timergarah, nel distretto di Lower Sir, era stata presa di mira una assemblea del partito al governo nella provincia, l'Awami National Party. Il bilancio è di almeno 38 vittime. I particolari nel servizio di Roberta Rizzo:RealAudioMP3

"Ancora incerta la dinamica dell'attacco al consolato Usa, nel quartiere Saddar di Peshawar: secondo alcune fonti, gli assalitori, sospetti militanti islamici, erano a bordo di due veicoli. Dalla prima auto è partito il fuoco contro il personale della sicurezza al check point pachistano nei pressi del consolato. Poi si sono udite almeno cinque esplosioni. Due deflagrazioni sarebbero avvenute vicino l'ingresso dell'edificio. L'ambasciata americana ha confermato che il consolato era l'obiettivo dell'attacco. Nella stessa strada, Khyber Road, ha sede anche l'Isi, (Inter Services Intelligence), il servizio segreto di Islamabad, già preso di mira a novembre scorso con un attentato che provocò oltre 20 vittime. Fonti locali riferiscono che subito dopo la prima esplosione è iniziato uno scontro a fuoco durato oltre mezz’ora. I canali televisivi pachistani hanno mostrato una colonna densa di fumo nero che si leva alta sul quartiere, proprio nella parte blindata, dove sorgono la rappresentanza diplomatica americana e la sede dei servizi segreti pachistani. Poche ore prima, nel distretto di Lower Dir, i ribelli talebani avevano assaltato una riunione dell’Awami National Party, partito locale laico che contende agli integralisti l'egemonia politica e culturale sulle tribù di etnia pashtun, le stesse dalle quali provengono i fondatori dei talebani. Secondo quanto riferito dalla polizia, un uomo ha cercato di entrare nel luogo dove si svolgeva l’incontro dei nazionalisti e quando è stato bloccato si sarebbe fatto esplodere. Il distretto del Lower Dir si trova lungo la frontiera nordoccidentale del Pakistan. Comprende la valle dello Swat, da mesi teatro di scontro tra le forze di sicurezza di Islamabad e i ribelli talebani".

Iraq. Triplice attacco a Baghdad: 41 morti
È salito a 41 morti e oltre 200 feriti il bilancio provvisorio del triplice attacco che ha insanguinato ieri la zona verde di Baghdad. Tre esplosioni simultanee hanno colpito le ambasciate di Egitto, Iran e Germania. Secondo le prime ricostruzioni le esplosioni sono state causate da kamikaze alla guida di autobomba. Dietro gli attacchi ci sarebbe la mano di Al Qaeda. Il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, ha condannato gli attentati suicidi e ha chiesto a tutti i partiti iracheni di fare appello alla “coesione”.

Afghanistan. La Nato ammette responsabilità nella strage di Paktya
La Nato ha ammesso le responsabilità di propri soldati nella strage in cui il 12 febbraio scorso trovarono la morte tre ragazze afghane in un villaggio vicino a Gardez, nella provincia afghana di Paktya. Le donne si trovavano insieme a due uomini in un edificio attaccato dell’alleanza Atlantica, e tutti erano sembrati avere, al momento del blitz, un “atteggiamento ostile”. In realtà, ha dovuto ammettere l'Isaf, “stavano solo cercando di difendere le proprie famiglie”.

Russia. Attentato a una caserma di polizia in Inguscezia
Nuovo attentato in Russia. Un kamikaze si è fatto esplodere nella Repubblica caucasica dell'Inguscezia, causando due morti e alcuni feriti. Le vittime sono agenti di polizia che hanno bloccato il kamikaze mentre tentava di entrare nella caserma di Karabulak, circa 20 km dalla capitale Magas. Poco meno di un’ora dopo, un altro attentato con un’autobomba che è stata fatta saltare in aria senza, però, provocare vittime. Quello in Inguscezia è solo l'ultimo di una catena di attacchi cominciata con le bombe alla metropolitana di Mosca che hanno provocato 40 morti, seguito dal doppio blitz nella città daghestana di Kizlya, che ha causato 12 vittime.

Messico. Terremoto di magnitudo 7.2 al confine con gli Stati Uniti
Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 7.2 della scala Richter, ha colpito nel pomeriggio di Pasqua la penisola messicana di Baja California, al confine tra Stati Uniti e Messico, provocando due vittime e almeno 100 feriti. La città più colpita è Mexicali, la maggiore metropoli dello Stato di Baja California, dove abitano circa 900 mila persone: numerosi gli edifici con crepe, molte strade sono franate e sono inagibili, la città è senza energia elettrica. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. La terra ha tremato per 30-40 secondi, seguita da altre due scosse più lievi. Il sisma è stato percepito chiaramente a Los Angeles e San Diego, dove i grattacieli hanno ondeggiato. Si tratta della scossa più forte registrata nella California meridionale dal 1969 ad oggi, di poco superiore a quella di magnitudo 7.0 che lo scorso 12 gennaio ha devastato Haiti.

Cina. Salvate 115 persone dalla miniera di carbone di Wangjialing
Sono stati portati in salvo dai soccorritori 115 dei 153 minatori intrappolati da otto giorni in una miniera di carbone di Wangjialing, nella provincia settentrionale cinese dello Shanxi, a causa di un'inondazione. Le squadre di soccorso sono impegnate nella ricerca e nel recupero degli altri minatori intrappolati a 250 metri di profondità. La maggior parte dei sopravvissuti estratti vivi si trovava su una piattaforma che non è stata sommersa dall'acqua, sulla quale i soccorritori avevano calato un tubo nel quale veniva pompato ossigeno e sacche di glucosio. Le condizioni dei sopravvissuti recuperati fino ad ora vengono considerate stabili. Il responsabile delle operazioni di soccorso e i vertici governativi locali hanno parlato di “evento miracoloso nella storia degli incidenti minerari”.

Cina. Esplode una nave cisterna a largo di Shanghai. Due i dispersi
Una nave cisterna panamense che trasportava gas è esplosa ieri nell'estuario dello Yangtze nei sobborghi di Shanghai. Lo riferisce la televisione cinese. Dodici dei quattordici membri dell’equipaggio sono stati portati in salvo. Altri due, di nazionalità filippina, risultano dispersi. Il cargo è ancora in fiamme: le squadre di soccorso sono al lavoro per spegnere l'incendio. Al momento dello scoppio, la “Golden Crux” si trovava sulla rotta verso la Repubblica di Corea, proveniente da Nantong, nella provincia cinese di Jiangsu. La cisterna era quasi del tutto vuota, il gas doveva essere caricato in Corea.

Cuba. Castro: "Su dissidenti non cederemo di un millimetro"
Il governo di Cuba “non cederà” un millimetro di fronte alle pressioni di Stati Uniti e Unione Europea sui dissidenti che stanno portando avanti uno sciopero della fame per chiedere la libertà d’espressione. Lo ha assicurato il presidente Raul Castro, chiudendo il IX congresso dell'Unione della gioventù comunista (Ujc). Castro ha respinto le accuse internazionali contro l'Avana dopo la morte, più di un mese fa, del dissidente Orlando Zapata, deceduto al termine di un digiuno di 85 giorni.

Corea del Nord. Seul: "Alta vigilanza per viaggio Kim in Cina"
La Corea del Sud continua a tenere alta la vigilanza sull'ipotesi della missione in Cina del leader nordcoreano Kim Jong-il. Lo ha il portavoce del ministero degli Esteri di Seul. La scorsa settimana, l'ufficio di presidenza sudcoreana aveva definito “a breve, se non addirittura imminente”, la trasferta del “supremo leader” a Pechino, per la prima volta dal 2006. Un'iniziativa che, secondo gli osservatori, sarebbe destinata a riportare Pyongyang al tavolo negoziale a Sei (Cina, Giappone, Russia, Usa e le due Coree) per l'abbandono dei suoi programmi nucleari, in fase di stallo dal dicembre 2008.

Australia. Cargo arenato sulla corriera corallina
Alcune squadre di soccorso australiane sono impegnate anche oggi contro il rischio disastro ambientale per il cargo cinese Sheng Neng I incagliatosi nella Grande barriera con 65 mila tonnellate di carbone e 950 di petrolio a bordo. Lo riferisce il Sidney Morning Herald online. La nave, che nella notte ha subito altri danni, potrebbe spezzarsi in due. Le condizioni del mare e dei venti non facilitano le operazioni. Le squadre sono al lavoro per tentare di stabilizzarla. Venti forti battono l'area, a 70 chilometri a est della Great Keppel Island, paradiso ecologico sulla costa nord-orientale dello stato del Queensland. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 95

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