2010-04-05 14:27:13

Affetto e solidarietà al Papa da tutto il mondo. Rapporto governativo Usa sugli abusi


Da tutto il mondo continuano a giungere al Papa testimonianze di affetto e solidarietà per gli attacchi subiti in questi giorni a causa degli abusi su minori perpetrati da alcuni esponenti del clero. Ce ne parla Sergio Centofanti.RealAudioMP3

Semplici fedeli, uomini di cultura, credenti e non credenti: tanto affetto sta arrivando in questi giorni al Papa, affetto silenzioso che non ha l’onore di apparire sui media, in contrasto con una eclatante campagna diffamatoria che, secondo alcuni commentatori, non vuole colpire i preti pedofili ma Benedetto XVI nonostante la sua decisa azione contro "la sporcizia nella Chiesa". Campagna ancora più strana e paradossale se si legge un rapporto governativo statunitense del 2008 sugli abusi: per oltre il 64% sono commessi da genitori, parenti o conviventi, dunque all’interno delle relazioni familiari; nelle scuole del Paese quasi il 10% dei ragazzi subisce molestie. Per quanto riguarda i sacerdoti cattolici coinvolti si stima che siano meno dello 0,03%.

 
Per l’intellettuale statunitense George Weigel, intervistato dal quotidiano La Stampa, il Papa è sotto attacco perché afferma l’esistenza della verità, mentre “forze potenti in Occidente” la negano. La Chiesa difende la giustizia, e la prima giustizia è il diritto alla vita, difende la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Così c’è chi vede “nelle mancanze di alcuni figli della Chiesa l’opportunità di distruggere gli insegnamenti della Chiesa”, escludendola dal dibattito pubblico su temi cruciali; per non parlare poi di “avvocati senza scrupoli che tentano di mettere le risorse del Vaticano alla portata dei tribunali”. In questo attacco, Weigel vede anche il coinvolgimento di settori cattolici che perseguono una “rivoluzione mai realizzata: fine del celibato, ordinazione delle donne e diminuzione dell’autorità dei vescovi”.

 
“La cristianofobia sta crescendo” – afferma l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte. E’ ormai noto infatti, ma non fatto sapere, che i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo: sono 200 milioni i fedeli vittime di attacchi e discriminazioni. In Occidente ci si indigna per tante cose, piccole o grandi, o fatte apparire tali, ma c’è stata ben poca indignazione per il cristiano bruciato vivo in Pakistan o i sette cristiani crocifissi in Sudan o le decine di uccisioni mirate in Iraq e India. L’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi sottolinea che avrebbe desiderato che a questi fatti i media avessero dedicato un centesimo dell’attenzione data ai casi di pedofilia nel clero.

 
L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, afferma che “non c’è mai stata in passato una sequela di attacchi così violenti e di queste proporzioni”, dovuti – dice – all’opposizione della Chiesa a “ideologie dominanti che vorrebbero imporre una cultura di morte” e parla di “lobby potentissime, multinazionali farmaceutiche a favore dell’aborto” e di “ricerche che vanno contro l’essere umano”.

 
Per il cardinale francese Roger Etchegaray “essere attaccata è nella natura stessa della Chiesa” che da “questa bufera può e deve uscirne purificata e persino rafforzata nella verità”.

 
Sulla stessa linea il patriarca di Venezia Angelo Scola: “che il Papa debba subire accuse inique e menzognere - ha sottolineato - fa parte del suo essere alla sequela di Gesù". Come dice l’ultima Beatitudine: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”.

 
Infine, solidarietà al Papa è stata espressa anche da un gruppo di detenuti del carcere di Augusta- Brucoli. "Santità - scrivono in un messaggio indirizzato a Benedetto XVI - Gesù è crocifisso. Con l'esecuzione di una condanna ingiusta, frutto di una sentenza iniqua, viene definitivamente giudicata la storia. Dalla parte di Cristo crocifisso sta la verità silenziosa dell'Amore. Dall'altra parte il sopruso e la menzogna. Santità, i suoi figli e detenuti sono nel suo cuore e nella preghiera".







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