La Pasqua ad Haiti, che dopo il terremoto torna a sperare nella ricostruzione
Ad Haiti la capitale Port-au-Prince è ancora ricoperta dalle macerie del terremoto
dello scorso 12 gennaio e nel resto del Paese sono numerosi gli sfollati. Nei giorni
scorsi la Conferenza dei Paesi donatori ha promesso di stanziare oltre 5,3 miliardi
di dollari per la ricostruzione. La comunità cristiana vive la Santa Pasqua sperando
nella rinascita di un intero Paese. E’ quanto sottolinea suor Luisa Dell’Orto
della comunità delle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld, raggiunta
telefonicamente a Port-au-Prince da Amedeo Lomonaco:
R. – La capitale
cerca di rinascere. Lo sforzo è quello di poter arrivare ad una certa normalità. Dopo
Pasqua, probabilmente, la scuola riaprirà ufficialmente. Noi abbiamo potuto ricominciare
grazie all’aiuto italiano, l’8 marzo. Questa apertura della nostra scuola nel quartiere
ha rappresentato proprio la speranza di poter ridare ai ragazzi e ai bambini delle
elementari la possibilità di uno spazio tranquillo e sereno. I genitori sono stati
contentissimi.
D. – Ad Haiti, i minori sotto i 15
anni sono quasi il 40 per cento della popolazione. I giovani hanno la voglia e la
forza di ricostruire il loro Paese?
R. – Hanno tanti
progetti, ma non sanno su chi contare e come fare, perché l’assenza di tutte quelle
che sono le strutture del Paese è certamente pesante. I giovani vorrebbero fare tante
cose, ma non sono accompagnati.
D. – In questa Pasqua
le rovine di Haiti esortano in particolare ogni uomo a trovare, anche tra le macerie,
la Luce del Risorto…
R. – Le celebrazioni della Settimana
Santa, a partire già da quelle della Domenica delle Palme, si sono svolte regolarmente
come gli altri anni. Soprattutto qui a Port-au-Prince si sono tenute all’aperto laddove
le chiese non ci sono più. Si cerca di trovare nel mistero della Settimana Santa la
forza per la vita, la volontà di ritrovarsi insieme, anche se gli edifici sono crollati.
Alla sofferenza di Gesù si accomuna la sofferenza del popolo. Penso che quest’anno
ci sia ancora di più la voglia di dire che la fede nella vita è più forte della morte.
Questa vita rinasce, grazie alla solidarietà, al bene e all’amore che ci ha dato Gesù.
Non conosciamo tutta la gente che ci aiuta, ma è proprio grazie a questo bene e a
questo darsi da fare della gente lontana che possiamo vivere qualcosa di positivo
anche qui.
D. – Una Pasqua, questa, che è anche
un invito per la Comunità internazionale a non dimenticarsi di Haiti…
R.
- A non dimenticarsi e a continuare a voler bene a chi ha bisogno, a chi è più fragile.
E’ proprio questa forza di Gesù che ci tira fuori da questo stato di sofferenza fisica,
ma anche da questo senso di ‘maledizione’ per un Paese che non riesce mai a ricominciare
positivamente. Gesù ci sta tirando fuori, come tira fuori Adamo ed Eva dal regno della
morte. Questa è la nostra fede e la nostra speranza per questa Pasqua in modo particolare.