“Mine antiuomo e ordigni bellici inesplosi continuano a esigere un terribile pedaggio.
Armi dall’utilizzo indiscriminato, che causano menomazioni gravi e uccidono, ostacolano
la ricostruzione nelle aree post-conflitto, danneggiano l’ambiente, e rappresentano
un ostacolo alle attività di sviluppo socio-economico ben oltre la fine dei conflitti.
Armi che pregiudicano l’utilizzo delle strade in Afghanistan, Sudan, Cambogia e Repubblica
Democratica del Congo, e bloccano l’accesso a scuole e ospedali in Laos, Gaza, Nepal”.
Così il Segretario Generale dell’Onu Ban–Ki–Moon, nel messaggio per l’odierna Giornata
Mondiale per la lotta contro le mine. Il diplomatico ricorda dunque l’operato delle
Nazioni Unite impegnate nella “rimozione degli ordigni” nonché a “sviluppare competenze
locali, restituire dignità ai sopravvissuti e creare un ambiente sicuro per i civili,
le comunità interessate e il personale di pace”. “L’attività ONU – continua Ban–Ki–Moon-
contempla anche la promozione dell’adesione globale a tutti gli strumenti legali esistenti,
tra cui la Convenzione sul divieto di mine anti-uomo, il Protocollo V sugli ordigni
bellici inesplosi, e la Convenzione sulle bombe a deframmentazione, che entrerà in
vigore il 1 agosto 2010”. Il Segretario Generale dell’Onu rende infine omaggio “a
quanti si impegnano in questo campo, affrontando condizioni ostili e rischiando la
propria vita” e invita ad incentivare gli sforzi “in favore di una causa che permetta
di salvare vite umane, e consenta ai nostri figli di vivere in un pianeta libero dalle
minacce generate da mine e ordigni bellici inesplosi”. (C.D.L.)