Va avanti la causa di beatificazione per 15 missionari martiri del Laos
Va avanti la causa di beatificazione i 15 missionari, tra religiosi e laici, uccisi
in Laos in odio alla fede cristiana tra il 1954 e il 1970. A Nantes, in Francia, si
è infatti concluso il processo diocesano per la beatificazione che ora passa alla
Congregazione per le Cause dei Santi. Tra i martiri vi sono 5 religiosi francesi dei
Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI), 5 membri della Società per le Missioni
Estere di Parigi (Mep), nonché 5 laotiani. Come riferito all’Agenzia Fides, in una
solenne Concelebrazione presieduta da mons. Jean-Paul James, vescovo di Nantes, la
Chiesa locale ha espresso tutta la sua gioia per l’esito del processo: “Questo processo
canonico ha permesso a molti di noi di conoscere meglio la storia della Chiesa del
Laos e di continuare a pregare per i nostri fratelli nella fede che vivono in quel
Paese”. Il processo ha rappresentato l’occasione per rinverdire l’eroica stagione
missionaria portata avanti dai missionari nel Sudest asiatico: “La guerriglia cercò
di eliminare tutto quel che era straniero e cristiano. E di fronte a questa situazione
i missionari scelsero di restare sul posto come la Santa Sede domandava loro, nonostante
le pesanti minacce che gravavano su di loro”, rimarcano i religiosi del Mep, ricordando
i loro confratelli. Esemplare è la vicenda di uno dei missionari francesi, padre Jean
Baptiste Malo, il quale morì per stanchezza e debolezza mentre era condotto, a marce
forzate, in un “campo di rieducazione” marxista verso il vicino Vietnam. Le ricerche
per attestare l’eroicità delle virtù dei 15 martiri si sono svolte anche in Laos,
con inchieste e interviste a testimoni locali di quell’epoca. Il tutto, si sottolinea,
è avvenuto in maniera molto discreta perché “i cristiani in Laos vivono in libertà
vigilata”. Un’altra causa di canonizzazione, giunta due anni fa alla sua fase romana,
è in corso per il missionario italiano padre Mario Borzaga Omi, e per il catechista
laotiano Paul Thoj Xyooj, anch’essi martiri in Laos. (M.G.)