2010-04-01 15:29:22

Settimana Santa ad Haiti: fervore nelle celebrazioni nonostante le difficoltà


“Per gli haitiani le celebrazioni pasquali non sono negoziabili”: usano praticamente le stesse parole monsignor Pierre-André Dumas, vescovo della diocesi di Anse-à-Veau e Miragoane e padre André Siohan, missionario dei Padri di Saint Jacques, parlando all'agenzia Misna sullo spirito che circonda i consueti eventi verso la Pasqua di Risurrezione di Gesù, a tre mesi dal terremoto che ha distrutto buona parte della capitale Port-au-Prince e dintorni. Uno spirito di fede e di coinvolgimento straordinario, che ogni anno raduna tutta la popolazione haitiana – molto credente, sia nella religione cristiana che nel’antico vudù - nelle strade, nelle chiese, nelle piazze, a seguito dei loro pastori che con grande impegno preparano gli appuntamenti. “Questa mattina celebrerò la messa crismale e questa sera nella cattedrale di sant'Anna di Anse-à-Veau (sudovest) l’accoglienza degli olii sacri e la lavanda dei piedi: lo faremo a dodici prigionieri in fin di pena che, in accordo con la polizia, sono stati liberati un po’ in anticipo” racconta monsignor Dumas, haitiano, che in passato ha lavorato nelle carceri – anche in quello romano di Rebibbia – e che ha molto a cuore la causa dei prigionieri, spesso dimenticati in queste occasioni. “Venerdì ci sarà ovviamente la Via Crucis, che nella mia diocesi ci porterà lungo un percorso fino alle montagne e alle cascate del ‘Saut du Baril’ per un momento di meditazione. Continueranno poi nel pomeriggio, poi ci saranno le celebrazioni di Sabato e Domenica...” continua monsignor Dumas, la cui voce al telefono trasmette un grande entusiasmo. “Nemmeno io so dirvi come sia possibile – dice ancora alla Misna il prelato – ma il popolo haitiano ha questa capacità di stare ‘in piedi’, con dignità, anche nei momenti più difficili. Trovano la forza, le energie, e le troveranno anche in questi giorni, in cui le condizioni di vita sono davvero difficili. Pasqua è il momento della Risurrezione di Cristo e metaforicamente, anche gli Haitiani adesso devono ‘risorgere’. Forse la gente comune non fa questi ragionamenti ‘filosofici’, ma è ciò che vivono, e credo che quest’anno lo faranno con un fervore ancora più grande rispetto al passato”. Dal cuore di Port-au-Prince, conferma padre Siohan: “Tutto avrà luogo come gli altri anni, forse con modalità un pò diverse, e nelle strade della città, seppur semi-distrutta, si svolgerà il tradizionale cammino della Via Crucis: dalle sette del mattino e anche prima, la gente si radunerà per processioni nei vari quartieri”. In questa fase del dopo ‘emergenza’, i missionari di Saint Jacques in Haiti, oltre a continuare un’assistenza ai feriti (in particolare a due loro seminaristi) e qualche distribuzione di viveri, sono coinvolti in un lavoro di sostegno psico-sociale alle persone colpite dal terremoto, in un progetto che impegna 45 giovani haitiani. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.