Settimana Santa ad Haiti: fervore nelle celebrazioni nonostante le difficoltà
“Per gli haitiani le celebrazioni pasquali non sono negoziabili”: usano praticamente
le stesse parole monsignor Pierre-André Dumas, vescovo della diocesi di Anse-à-Veau
e Miragoane e padre André Siohan, missionario dei Padri di Saint Jacques, parlando
all'agenzia Misna sullo spirito che circonda i consueti eventi verso la Pasqua di
Risurrezione di Gesù, a tre mesi dal terremoto che ha distrutto buona parte della
capitale Port-au-Prince e dintorni. Uno spirito di fede e di coinvolgimento straordinario,
che ogni anno raduna tutta la popolazione haitiana – molto credente, sia nella religione
cristiana che nel’antico vudù - nelle strade, nelle chiese, nelle piazze, a seguito
dei loro pastori che con grande impegno preparano gli appuntamenti. “Questa mattina
celebrerò la messa crismale e questa sera nella cattedrale di sant'Anna di Anse-à-Veau
(sudovest) l’accoglienza degli olii sacri e la lavanda dei piedi: lo faremo a dodici
prigionieri in fin di pena che, in accordo con la polizia, sono stati liberati un
po’ in anticipo” racconta monsignor Dumas, haitiano, che in passato ha lavorato nelle
carceri – anche in quello romano di Rebibbia – e che ha molto a cuore la causa dei
prigionieri, spesso dimenticati in queste occasioni. “Venerdì ci sarà ovviamente la
Via Crucis, che nella mia diocesi ci porterà lungo un percorso fino alle montagne
e alle cascate del ‘Saut du Baril’ per un momento di meditazione. Continueranno poi
nel pomeriggio, poi ci saranno le celebrazioni di Sabato e Domenica...” continua monsignor
Dumas, la cui voce al telefono trasmette un grande entusiasmo. “Nemmeno io so dirvi
come sia possibile – dice ancora alla Misna il prelato – ma il popolo haitiano ha
questa capacità di stare ‘in piedi’, con dignità, anche nei momenti più difficili.
Trovano la forza, le energie, e le troveranno anche in questi giorni, in cui le condizioni
di vita sono davvero difficili. Pasqua è il momento della Risurrezione di Cristo e
metaforicamente, anche gli Haitiani adesso devono ‘risorgere’. Forse la gente comune
non fa questi ragionamenti ‘filosofici’, ma è ciò che vivono, e credo che quest’anno
lo faranno con un fervore ancora più grande rispetto al passato”. Dal cuore di Port-au-Prince,
conferma padre Siohan: “Tutto avrà luogo come gli altri anni, forse con modalità un
pò diverse, e nelle strade della città, seppur semi-distrutta, si svolgerà il tradizionale
cammino della Via Crucis: dalle sette del mattino e anche prima, la gente si radunerà
per processioni nei vari quartieri”. In questa fase del dopo ‘emergenza’, i missionari
di Saint Jacques in Haiti, oltre a continuare un’assistenza ai feriti (in particolare
a due loro seminaristi) e qualche distribuzione di viveri, sono coinvolti in un lavoro
di sostegno psico-sociale alle persone colpite dal terremoto, in un progetto che impegna
45 giovani haitiani. (R.P.)