Al via a Gerusalemme le celebrazioni del Triduo Pasquale
Il Triduo Pasquale a Gerusalemme è iniziato stamattina, con la celebrazione della
Messa in Coena Domini, nella basilica del Santo Sepolcro: la liturgia ha compreso
i tre momenti della lavanda dei piedi, della rinnovazione delle promesse sacerdotali,
e della benedizione degli olii sacri - l’olio degli infermi, dei catecumeni e del
crisma. Presieduta dal patriarca di Gerusalemme dei Latini mons. Fouad Twal, si è
svolta intorno all’edicola che custodisce la tomba vuota. Intorno al Sepolcro del
Signore erano riuniti circa 170 celebranti, religiosi e pellegrini, che hanno fatto
presente l’unione del sacrificio eucaristico con il mistero della morte e Resurrezione
del Signore. La celebrazione viene anticipata al mattino per necessità locali legate
anche ai turni che scandiscono la vita della basilica cuore della cristianità. Condiviso
dalla comunità greco-ortodossa, armena e francescana, il Santo Sepolcro o Anastasis
come la chiamano i greci, vede soprattutto in questi giorni un continuo susseguirsi
di liturgie, a motivo della coincidenza della data della Pasqua cattolica e di quella
delle chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano. E così mentre davanti alla
tomba veniva proclamato il Vangelo che narra l’episodio celebrato, sul palco allestito
all’esterno della basilica, il patriarca greco ortodosso Teofilos III iniziava la
celebrazione della lavanda dei piedi alla presenza di molti pellegrini. “Il sacerdozio
di Gesù annunciato nell’ultima cena trovò il suo compimento sul Calvario, a pochi
passi da questa tomba vuota, davanti alla quale ci troviamo” – ha detto mons. Twal
nella sua omelia in cui ha contrapposto il sacerdozio ed il sacrificio nell’antica
e nella nuova Alleanza, sottolineando come “la totale obbedienza di Cristo al Padre
manifestata attraverso l’accettazione della morte in croce, sarebbe stata l’unico
sacrificio della Nuova Alleanza”. Poi il presule ha citato le parole del Santo Padre
secondo cui “senza il sacerdozio, la passione e la morte di Cristo rimarrebbero per
noi inaccessibili”, ma ha anche chiesto perdono per “le debolezze, le deviazioni e
gli abusi dei sacerdoti”, “fatti spiacevoli che provano che noi abbiamo questo tesoro
in vasi di argilla e che quest’autorità straordinaria viene da Dio e non da noi”.
“E’ in questa città di Gerusalemme - ha proseguito il patriarca Twal – che il Signore
Gesù ha istituito il sacerdozio in vita del ministero della Nuova Alleanza, secondo
lo spirito e non secondo la lettera, insieme al sacerdozio regale di ogni battezzato.
Grazie al battesimo, noi tutti siamo sacerdoti, profeti e re, rigenerati nell’acqua
e nello Spirito Santo, come figli spirituali di questa nuova Gerusalemme, aperta a
tutti i popoli.” Culmine e termine della celebrazione, la tradizionale processione
con il SS. Sacramento, che compie tre giri intorno all’edicola e infine giunge ai
piedi del Calvario. Essa fa risplendere l’unità del mistero pasquale e la connessione
tra la mensa eucaristica e il sacrificio della croce. Tra inni e canti il Santissimo
Sacramento viene riposto nel Tabernacolo collocato sul Sepolcro, a significare la
presenza del Signore fattosi cibo, in mezzo ai suoi. (Da Gerusalemme: Sara Fornari)