Dichiarazione della Conferenza episcopale svizzera in tema di abusi sessuali
“Mortificati e sgomenti”, si dichiarano i vescovi della Svizzera, “per i casi avveratisi
di abusi sessuali nella pastorale”. In una nota, resa pubblica oggi, la Conferenza
episcopale del Paese elvetico, riconosce “di aver sottovalutato l'ampiezza del fenomeno”.
“I responsabili nelle diocesi e negli Ordini religiosi hanno compiuto errori. Per
questi errori – scrivono i presuli svizzeri - chiediamo perdono”. Poi l’incoraggiamento
a “coloro che hanno subito abusi ad annunciarsi presso i centri di consultazione per
le vittime e i corrispondenti centri diocesani ed a sporgere eventuale denuncia. Ci
importa che venga fatta piena luce sul passato”, sottolineano i presuli, chiedendo
“a tutti i colpevoli di abusi tra gli operatori pastorali, religiosi, collaboratori
in parrocchia, nella scuola e in altri enti posti sotto responsabilità ecclesiale
di assumere le loro colpe dinanzi a Dio e agli uomini, presentandosi al loro responsabile”.
“Ringraziamo – aggiungono i vescovi - tutti coloro che vivono la loro vocazione nella
fedeltà e anzi li incoraggiamo vivamente, in questo periodo di crisi, nel servizio
che compiono”. La nota ricorda che “già nel 2002 la Conferenza dei vescovi svizzeri
emanò speciali direttive, incentrate sugli interessi delle vittime, la prevenzione
degli abusi e il conseguente agire nei confronti dei colpevoli. Applicheremo queste
direttive, - rassicurano i presuli - aggiornate nel 2009, con vigore. Inoltre va migliorata
– auspicano - la collaborazione tra diocesi e Ordini religiosi, anche a livello internazionale.
I rispettivi responsabili devono essere certi che i loro collaboratori e collaboratrici
siano persone integre”. Questioni che saranno dibattute durante l'Assemblea di giugno
della Conferenza episcopale svizzera. Infine l’esortazione perché nel periodo quaresimale
possiamo “riconoscere le colpe, correggere gli atteggiamenti erronei, trovare una
strada per migliorare e chiedere perdono a Dio e agli uomini”. La nota si chiede con
il grazie dei vescovi svizzeri a “tutti i fedeli che ora contribuiscono” affinché
la “Chiesa ritrovi la via verso una più grande credibilità”. (R.G.)