2010-03-30 15:43:03

Le Chiese del Medio Oriente solidali con il Papa dopo gli attacchi sullo scandalo degli abusi


Le Chiese mediorientali hanno assicurato pieno appoggio e solidarietà a Benedetto XVI dopo l’ondata di accuse riportate sulla stampa in riferimento allo scandalo degli abusi sessuali. In un’intervista all’agenzia Sir, l’arcivescovo di Mosul, mons. Emil Shimoun Nona, spiega che nonostante il dolore, i fedeli iracheni “sono convinti che si tratti di una propaganda contro la Chiesa, per infangarla agli occhi del mondo”. Secondo il presule, non bisogna “mettere in discussione tutto quello che la Chiesa da sempre opera a favore dei bambini e dei giovani e delle persone più vulnerabili”, a causa di gravi errori commessi da pochi. Anche dal Libano vengono parole di solidarietà nei confronti della Chiesa e del Papa, in particolare mons. Michel Kassarji, vescovo di Beirut, precisa che un tale scandalo non può essere utilizzato per screditare la Chiesa. “Purtroppo c’è molta superficialità che crea delle opinioni altrettanto superficiali”. “Mai come adesso è necessaria la testimonianza della preghiera”, afferma il presule libanese. “Viviamo in un contesto islamico – aggiunge il vescovo – e fatti del genere danno un’immagine della Chiesa non positiva, anche se è bene dire che gli integralisti non aspettano fatti del genere per creare difficoltà. La nostra risposta sta nella preghiera e nelle ferme iniziative intraprese dalla Chiesa”. Tra le testimonianze riportate dal Sir si aggiunge quella di mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo, in Siria secondo cui “stiamo assistendo ad una grave forma di propaganda anticattolica da fronteggiare”; informare i fedeli è la strategia messa in atto in Medio Oriente, nonostante la carenza di mezzi di comunicazione sociale. In Terra Santa, dove quest’anno le celebrazioni della Pasqua coincidono per cattolici, ortodossi e protestanti, i fedeli sono impegnati per la festa liturgica. “Qui in Giordania – afferma mons. Selim Sayegh, vicario patriarcale latino di Giordania – i nostri fedeli sono vicini al Pontefice impegnati a testimoniare tutta la loro fede. Crediamo che questa sia la migliore risposta a chi, sparuti gruppi fondamentalisti, vogliono senza successo strumentalizzare questa vicenda”. (C.F.)







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