Un testimone di Cristo che si è donato, senza riserve, senza misura, senza calcolo.
Così il Papa nel quinto anniversario dalla morte di Giovanni Paolo II
Ciò che muoveva Giovanni Paolo II “era l’amore verso Cristo, a cui aveva consacrato
la vita, un amore sovrabbondante e incondizionato”. Così in sintesi il Papa nella
Messa, in San Pietro, nel quinto anniversario della morte del Venerabile Servo di
Dio, tornato alla Casa del Padre il 2 aprile 2005, data che quest’anno coincide con
il Venerdì Santo. Parlando alla commossa rappresentanza polacca presente in Basilica,
tra i quali l’Arcivescovo di Cracovia il cardinale Stanislao Dziwisz, Benedetto XVI
ha anche esortato a guardare a Giovani Paolo II e la sua opera quale esempio di “fedeltà,
speranza e amore”. Il servizio di Massimiliano Menichetti: La
commozione di chi ama sciolta nella gioia della consapevolezza che la morte terrena
coincide con la nascita alla vita vera. Sono i sentimenti chiaramente visibili sul
volto, segnato a volte dalle lacrime, di quanti hanno partecipato in San Pietro alla
Santa Messa in suffragio del Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo
II, nel quinto anniversario dalla morte. Il Papa ribadendo che la Settimana Santa
costituisce un contesto propizio al raccoglimento e alla preghiera, ha aperto la sua
omelia sottolineando la donazione totale di Giovanni Paolo II a Cristo Durante
il suo lungo Pontificato, egli si è prodigato nel proclamare il diritto con fermezza,
senza debolezze o tentennamenti, soprattutto quando doveva misurarsi con resistenze,
ostilità e rifiuti. Sapeva di essere stato preso per mano dal Signore, e questo gli
ha consentito di esercitare un ministero molto fecondo, per il quale, ancora una volta,
rendiamo fervide grazie a Dio Soffermandosi sull’atto di
fede e di amore grande di Maria di Betania che “in umile servizio” cosparse di profumo
i piedi di Gesù, asciugandoli con i suoi capelli, il Papa ha indicato che ogni gesto
di carità e di devozione autentica a Cristo, non rimane un fatto personale, ma riguarda
l’intero corpo della Chiesa e infonde “amore, gioia, e luce”. Fatto questo contrapposto
all’atteggiamento e alle parole di Giuda che – ha detto Benedetto XVI - “nasconde
l’egoismo e la falsità dell’uomo chiuso in se stesso, incatenato dall’avidità del
possesso, che non si lascia avvolgere dal buon profumo dell’amore divino”. Poi ha
rimarcato che l'Amore trova la sua espressione suprema sul legno della Croce dove
"il Figlio di Dio dona se stesso perché l’uomo abbia la vita, scende negli abissi
della morte per portare l’uomo alle altezze di Dio". E citando Sant’Agostino - Benedetto
XVI - ha spiegato che ogni anima che voglia essere fedele, si unisce a Maria per ungere
e asciugare i piedi del Signore Tutta la vita del
Venerabile Giovanni Paolo II si è svolta nel segno di questa carità, della capacità
di donarsi in modo generoso, senza riserve, senza misura, senza calcolo. Ciò che lo
muoveva era l’amore verso Cristo, a cui aveva consacrato la vita, un amore sovrabbondante
e incondizionato. E proprio perché si è avvicinato sempre più a Dio nell’amore, egli
ha potuto farsi compagno di viaggio per l’uomo di oggi, spargendo nel mondo il profumo
dell’Amore di Dio "Chi ha avuto la gioia" di conoscere
e frequentare Giovanni Paolo II – ha proseguito il Papa - ha potuto toccare con mano
quanto fosse viva in lui la fede La progressiva debolezza
fisica, infatti, non ha mai intaccato la sua fede rocciosa, la sua luminosa speranza,
la sua fervente carità. Si è lasciato consumare per Cristo, per la Chiesa, per il
mondo intero: la sua è stata una sofferenza vissuta fino all’ultimo per amore e con
amore In conclusione parlando alla commossa rappresentanza
polacca ha inviato a guardare “alla vita e all’opera di Giovanni Paolo II, grande
polacco e motivo di orgoglio”, quale esempio di fedele testimonianza, speranza e amore
in Cristo.