Donne kamikaze alla metro di Mosca: decine di morti
Russia sotto choc per il duplice attentato che ha colpito questa mattina due stazioni
della frequentatissima metropolitana di Mosca. Sono una quarantina i morti e decine
i feriti trasportati negli ospedali della capitale. Entrambe le esplosioni sarebbero
opera di donne kamikaze. Si segue la pista del terrorismo: gli inquirenti concentrano
le loro indagini nella regione del Caucaso, in particolare in Cecenia. Il presidente
Medveded ha sottolineato che “la Russia continuerà a combattere il terrorismo senza
esitazione e fino alla sua sconfitta”. Più duro il commento del premier Putin. Il
primo ministro ha detto che “i responsabili saranno rintracciati e annientati". Unanime
anche la condanna internazionale. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
E’ una
carneficina, la cui entità si aggrava con il passare delle ore. Dai primi rilevamenti,
gli inquirenti hanno stabilito che sono state due donne kamikaze a provocare le esplosioni
alle fermate di Lubianka e Park Kultury. Le cinture legate ai fianchi avevano una
potenza di circa 3 kg di tritolo l’una. Le salme delle persone decedute, fra cui alcuni
bambini, sono state ricomposte sui marciapiedi. I parenti delle vittime cercano i
loro cari. Il centro di Mosca è completamente congestionato. Numerose sono le chiamate
ai giornali e alla polizia con denunce di bagagli sospetti o altre esplosioni. Il
patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kyrill, ha invitato la gente a non farsi
prendere dal panico. Riunione di emergenza al Cremlino: il presidente Medvedev ha
incontrato i ministri, oltre al sindaco di Mosca, Luzhkov. Si è fatto
il punto della situazione: è stato dato ordine di aumentare i controlli, non solo
nella metropolitana della capitale, ma anche nelle altre metrò del Paese. Il premier
Putin è in Siberia e da lì viene informato sull’evolversi della situazione.
Una
vendetta della guerriglia caucasica per gli ultimi colpi subiti e un atto dimostrativo
contro le forze dell'ordine. E’ l'interpretazione prevalente tra gli esperti in merito
agli attentati di questa mattina contro la metro di Mosca. Un’analisi condivisa anche
da Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca per il Corriere della Sera, intervistato
da Salvatore Sabatino:
R. – Certamente
è un colpo al cuore del potere russo. I luoghi scelti per questi due attentati non
sono casuali. Una delle stazioni, quella più famosa, la Lubianka, è proprio accanto
ai sotterranei dell’ex Kgb, dell’Fsb, i servizi segreti che si sono occupati della
lotta contro il terrorismo ceceno. Quindi il segnale è ben preciso. Certamente, potrebbe
essere una vendetta per l’uccisione di uno dei leader della guerriglia, avvenuta nei
giorni scorsi in Inguscezia.
D. – Nel 2000 l’allora
presidente Putin, attualmente premier, disse di voler inseguire i terroristi caucasici
dappertutto per farli uccidere. Una posizione, tra l’altro, condivisa pure dal presidente
Medvedev, il quale ha detto proprio stamattina che la Russia continuerà a combattere
il terrorismo. Quindi, una linea di continuità...
R.
– Il segnale che il Cremlino vuole dare è quello di guerra senza quartiere. La cosa
naturalmente preoccupa anche per i risvolti che potrebbe avere per quello che riguarda
il rispetto dei diritti civili in queste zone del Caucaso. Zone dove, in passato,
questa lotta è avvenuta con sistemi che, certamente, non sono accettabili per un Paese
democratico come vorrebbe essere la Russia.
D. –
La metropolitana di Mosca trasporta, ogni giorno, oltre 9 milioni di persone: un obiettivo
sensibile ed anche facile da colpire...
R. – Sì,
perché la metropolitana è enorme: a Mosca ci sono 300 km di rete, tantissime sono
le stazioni. E' frequentatissima anche da persone che vengono proprio dalle regioni
del sud a vendere i loro prodotti a Mosca. Entrano nella metropolitana con enormi
borsoni, con grandi sacche, con merce di ogni genere. Se, come hanno detto i responsabili
della protezione civile, in questo caso l’esplosivo era formato da tre chili di tritolo,
vuol dire che non c’era neanche bisogno di avere con sé grandi borse, bastava uno
zainetto. Certamente, una cosa del genere, attentatori di questo tipo, sono difficilissimi
da individuare in una metropolitana che trasporta tanta gente.
D.
– Il duplice attentato di oggi può essere dunque considerato un guanto di sfida al
Cremlino. Adesso quale sarà la risposta che ci possiamo attendere?
R.
– La risposta – e questo è un po’ il timore delle forze di opposizione – potrà essere
probabilmente un’accentuata verticalizzazione del potere, cioè maglie più strette
e un maggior potere agli organismi di sicurezza. Dovremmo vedere quanto questo avrà
effetti poi tragici nella lotta contro il terrorismo e quanto invece non avrà conseguenze
sulla vita dei cittadini.