Atrocità dei ribelli ugandesi in Congo. La Chiesa: agire subito
“Il rapporto di Human Rights Watch è importante perché testimonia il livello di atrocità
commesso dall’Lra (Esercito di resistenza del Signore)” dice all’agenzia Fides mons.
Richard Domba Mady, vescovo di Doruma-Dungu, nella Provincia orientale della Repubblica
Democratica del Congo, dove da alcuni anni i ribelli ugandesi dell’Lra colpiscono
la popolazione locale. L’Ong Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato un rapporto di
67 pagine, dal titolo 'Scia di morte: le atrocità dell’Lra nel nord est del Congo”
che documenta le stragi compiute dall'Lra nella regione tra la fine del 2009 e l'inizio
del 2010. “Sappiamo che i ricercatori di Hrw hanno fatto un’indagine seria, recandosi
nelle località attaccate dai ribelli e intervistando i sopravvissuti e gli operatori
umanitari che aiutano le vittime delle violenze. Tra questi vi sono anche gli operatori
della Caritas locale” dice mons. Domba Mady. Secondo il rapporto di Hrw i combattenti
dell'Lra hanno attaccato 10 villaggi, ucciso e catturato centinaia di civili, tra
cui donne e bambini. La maggior parte delle vittime sono uomini che i combattenti
hanno prima legato agli alberi e poi massacrato a colpi di machete o schiacciato le
loro teste usando l’accetta e bastoni di legno. Tra i morti anche 13 donne e 23 bambini:
la più piccola aveva solo 3 anni ed è stata arsa viva. I guerriglieri hanno anche
ucciso alcuni prigionieri perché ritenuti troppo deboli o per punirli perché tentavano
di fuggire. Le famiglie delle vittime e le autorità locali hanno poi trovato i loro
corpi lungo il percorso di 105 chilometri, da Makombo al villaggio di Tapili, compiuto
a piedi dai combattenti dell'Lra insieme ai prigionieri. “La località più colpita
è quella di Tapili dove più di 200 persone sono state uccise a metà dicembre” ricorda
il vescovo di Doruma-Dungu. “Spero che finalmente le autorità congolesi e la comunità
internazionale agiscano per fermare questi assassini” dice mons. Domba Mady. “Non
è possibile che intere popolazioni continuino a vivere nel terrore causato da questo
gruppo”. Il vescovo non nasconde però le difficoltà di un’operazione per sradicare
l’Lra dal territorio congolese: “L’Lra è suddiviso in piccoli gruppi che sono sempre
in movimento nelle aree più remote e disabitate della foresta. Emergono solo per attaccare
i villaggi, dove prendono cibo e beni di prima necessità, oltre a rapire le persone.
I loro attacchi sono improvvisi e rapidissimi. Una volta razziato il villaggio scompaiono
di nuovo nella foresta. Ma questo non deve essere una scusante per non agire” conclude
mons. Domba Mady. (R.P.)