2010-03-29 15:37:30

Atrocità dei ribelli ugandesi in Congo. La Chiesa: agire subito


“Il rapporto di Human Rights Watch è importante perché testimonia il livello di atrocità commesso dall’Lra (Esercito di resistenza del Signore)” dice all’agenzia Fides mons. Richard Domba Mady, vescovo di Doruma-Dungu, nella Provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove da alcuni anni i ribelli ugandesi dell’Lra colpiscono la popolazione locale. L’Ong Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato un rapporto di 67 pagine, dal titolo 'Scia di morte: le atrocità dell’Lra nel nord est del Congo” che documenta le stragi compiute dall'Lra nella regione tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010. “Sappiamo che i ricercatori di Hrw hanno fatto un’indagine seria, recandosi nelle località attaccate dai ribelli e intervistando i sopravvissuti e gli operatori umanitari che aiutano le vittime delle violenze. Tra questi vi sono anche gli operatori della Caritas locale” dice mons. Domba Mady. Secondo il rapporto di Hrw i combattenti dell'Lra hanno attaccato 10 villaggi, ucciso e catturato centinaia di civili, tra cui donne e bambini. La maggior parte delle vittime sono uomini che i combattenti hanno prima legato agli alberi e poi massacrato a colpi di machete o schiacciato le loro teste usando l’accetta e bastoni di legno. Tra i morti anche 13 donne e 23 bambini: la più piccola aveva solo 3 anni ed è stata arsa viva. I guerriglieri hanno anche ucciso alcuni prigionieri perché ritenuti troppo deboli o per punirli perché tentavano di fuggire. Le famiglie delle vittime e le autorità locali hanno poi trovato i loro corpi lungo il percorso di 105 chilometri, da Makombo al villaggio di Tapili, compiuto a piedi dai combattenti dell'Lra insieme ai prigionieri. “La località più colpita è quella di Tapili dove più di 200 persone sono state uccise a metà dicembre” ricorda il vescovo di Doruma-Dungu. “Spero che finalmente le autorità congolesi e la comunità internazionale agiscano per fermare questi assassini” dice mons. Domba Mady. “Non è possibile che intere popolazioni continuino a vivere nel terrore causato da questo gruppo”. Il vescovo non nasconde però le difficoltà di un’operazione per sradicare l’Lra dal territorio congolese: “L’Lra è suddiviso in piccoli gruppi che sono sempre in movimento nelle aree più remote e disabitate della foresta. Emergono solo per attaccare i villaggi, dove prendono cibo e beni di prima necessità, oltre a rapire le persone. I loro attacchi sono improvvisi e rapidissimi. Una volta razziato il villaggio scompaiono di nuovo nella foresta. Ma questo non deve essere una scusante per non agire” conclude mons. Domba Mady. (R.P.)







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