2010-03-27 15:34:06

Scontri a Gaza: morti quattro palestinesi e due israeliani


Sale la tensione tra Israele e la Striscia di Gaza, dove ieri nel corso di uno scontro a fuoco sono morti due militari israeliani e quattro miliziani palestinesi di Hamas. Intanto, oggi in Libia, si riuniscono i ventidue capi di Stato della Lega araba, che stanzieranno 500 milioni di dollari per i palestinesi di Gerusalemme, mentre il governo israeliano non ha mostrato alcuna intenzione di recedere dai programmi di espansione degli insediamenti. Sull’attuale situazione in Medio Oriente e sui rischi di una nuova crisi armata tra Israele e Anp, Luca Collodi ha intervistato padre David Maria Jaeger, francescano ed esperto di questioni relative alla Terra Santa.RealAudioMP3

R. – Io distinguerei tra due cose: una è il rischio di nuovi attacchi dalla Striscia di Gaza contro Israele, con l’inevitabile risposta israeliana, e un’altra il rischio di una eventuale nuova Intifada in Cisgiordania. Quanto a Gaza, non è mai dato sapere. Nella parte est di Gerusalemme i timori di nuovi scontri sarebbero dovuti alla disperazione di fronte all’impossibilità di alcun progresso verso un trattato di pace.
 
D. – Di fatto, padre Jaeger, c’è però il problema della ripresa dei colloqui, anche indiretti, tra Israele e i palestinesi.
 
R. – Nel tentativo di farli ripartire, comunque gli americani hanno proposto negoziati indiretti, cioè effettivamente un ritorno all’epoca precedente gli accordi di Oslo. Ma anche questi negoziati indiretti fanno fatica a partire dal momento che ci sono ripetuti annunci clamorosi di nuovi lavori di insediamento proprio nella parte di Gerusalemme orientale.
 
D. – Padre Jaeger, si è un po’ arginata, secondo lei, la fuga dei cristiani da questa importante terra?
 
R. – Io non parlerei di fuga, c’è un fenomeno di emigrazione. La custodia di Terra Santa e le altre forme di presenza della Chiesa cercano nel loro piccolo di fornire un po’ più di abitazioni e anche di lavoro, però, certamente, la radice del fenomeno risiede nella mancanza di pace, di sicurezza, di libertà, di prospettive. Quindi, la soluzione è fondamentalmente quella della realizzazione del tanto sospirato trattato di pace. Perciò, accanto all’urgente e sempre più necessario sostegno economico alle opere della Chiesa, si richiede la carità politica dei cristiani nel mondo, così che spingano i loro governi ad interessarsi attivamente alla promozione della pace.







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