Kenya: l'impegno delle Chiese cristiane per una Costituzione pro vita
“La Chiesa cattolica crede con forza che la lotta contro l’aborto è la lotta per la
famiglia” ha affermato il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi, durante un
incontro ecumenico svoltosi mercoledì scorso nella capitale keniana. L’incontro, al
quale hanno partecipato anche alcuni esponenti politici, aveva lo scopo di discutere
il progetto della nuova Costituzione, la cui bozza presentata dalla Commissione parlamentare
per la Revisione costituzionale ha suscitato una forte opposizione da parte della
Chiesa perché contiene una clausola che sposta l’inizio della vita dal concepimento
alla nascita. Il cardinale Njue, secondo quanto riporta l’agenzia cattolica Cisa,
ha chiesto ai parlamentari di rivedere la norma sull’inizio della vita e di riconoscere
che la vita inizia al momento del concepimento. Il rappresentante dell’Associazione
dei Medici cattolici, il dottor Stephen Karanja, ha sottolineato che “siamo contro
la morte dei nostri bambini. I medici sono guidati dal Giuramento di Ippocrate che
impone loro di fare tutto il possibile per preservare la vita umana”. Il dottor Karanja
ha aggiunto che l’aborto non fa parte delle cure mediche, che le pratiche abortive
danneggiano fisicamente le donne e che “abbiamo il dovere di proteggere le madri del
nostro Paese”. Il segretario generale dell’Alleanza Evangelica del Kenya, Wellington
Mutiso, ha affermato che la “vita è sacra e inizia dal concepimento” ed ha sottolineato
la dignità di essere umano del feto. Di fronte alle affermazioni dei leader delle
fedi cristiane l’onorevole David Musila ha risposto che “le problematiche sollevate
della Chiesa sono state più o meno messe da parte ma non tutto è perduto”. Il parlamentare
ha promesso di sollecitare i suoi colleghi a raccogliere i voti necessari per modificare
la clausola sull’inizio della vita, affinché la nazione keniana possa votare in un
clima di unità e di concordia il referendum per l’approvazione della nuova Costituzione.
Un altro punto della proposta di revisione costituzionale che ha suscitato l’opposizione
della Chiesa cattolica e delle altre confessioni cristiane - riferisce l'agenzia Fides
- riguarda il riconoscimento delle corti civili musulmane, le cosiddette “Kadhi courts”.
I leader cristiani hanno respinto la creazione delle corti islamiche, proposte dalla
bozza costituzionale, in quanto ritenuto uno stratagemma per “innalzare una religione
al di sopra delle altre”. A loro volta i leader islamici hanno minacciato di mobilitare
la comunità musulmana per respingere la nuova Costituzione se questa non prevede la
creazione di queste corti. (R.P.)