L'affetto di 70mila giovani per Benedetto XVI. Il Papa: è nel dono di sé che si trova
la vera vita
Dio ha un progetto su ciascuno di noi. Non bisogna vivere la vita per se stessi ma
come dono: è questo, in sintesi, quanto il Papa ha detto agli oltre 70mila giovani
di Roma e del Lazio ma anche di altre parti di Italia, che si sono riuniti ieri sera
in Piazza San Pietro in vista della Giornata mondiale della gioventù che quest’anno
si svolgerà a livello diocesano la Domenica delle Palme, ma anche per il 25.mo anniversario
della Gmg, promossa per la prima volta da Giovanni Paolo II a Roma nel 1985. E’ stata
una grande festa con canti, testimonianze e l’ingresso in piazza della Croce delle
Gmg e dell'icona di Maria Salus Populi Romani, accolta dalle fiaccole dei giovani.
Il servizio di Debora Donnini.
(canto) Le
note dell’inno della Gmg del 2000, “Emmanuel”, hanno fatto riecheggiare le parole
che Giovanni Paolo II rivolse ai giovani proprio in occasione della Gmg del 2000 a
Roma: “Questo chiasso, Roma non lo dimenticherà mai!”. A 25 anni di distanza, ancora
una volta migliaia di giovani in festa si sono stretti attorno al Papa. Sono giovani
delle parrocchie, dei movimenti e dei gruppi ecclesiali e anche una delegazione di
Madrid, in vista della Gmg del 2011. Accolto dalla gioia e da grandi applausi dei
ragazzi, Benedetto XVI ha fatto il giro della piazza con la papa-mobile, salutando
sorridente a sua volta. Una vicinanza riecheggiata anche nelle parole del cardinale
vicario Agostino Vallini. “I giovani amano il Papa - ha detto - e la ringraziano
della fulgida testimonianza di fede e amore in Gesù crocifisso, morto e risorto, anche
nell'affrontare le prove e le incomprensioni''. Tre le domande
che i giovani hanno rivolto al Papa: domande sul senso della vita, su come poter fare
l’esperienza di essere guardati da Cristo e su come trovare la forza per scelte coraggiose.
Ma in fondo, la domanda centrale che i giovani fanno al Papa è quella che costituisce
il tema di questa Gmg: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la
vita eterna?”, tratta dal Vangelo letto durante l’incontro. Nessuno di noi può immaginare
cosa sia la vita eterna perché fuori dalla nostra esperienza, spiega il Papa, ma l’essenziale
è non buttare via la vita che abbiamo. Come vivere la vita in pienezza è la domanda
anche del giovane ricco. Per fare questo è importante prima di tutto conoscere Dio,
dice Benedetto XVI. Quindi è centrale amare Dio e il prossimo: “I
Dieci Comandamenti ai quali Gesù, nella sua risposta, accenna sono solo una esplicitazione
del Comandamento dell’amore: sono – per così dire – regole dell’amore, indicano la
strada dell’amore con questi punti essenziali: la famiglia come fondamento della società,
la vita da rispettare come dono di Dio, l’ordine della sessualità, della relazione
tra uomo e donna, l’ordine sociale e, finalmente, la Verità. Questi elementi essenziali
esplicitano la strada dell’amore: come realmente amare e trovare la via retta”. C’è
una volontà fondamentale di Dio che è identica per noi tutti, ricorda ancora, ma Dio
poi ha un progetto preciso con ogni uomo nella totalità della storia e che ogni uomo
deve trovare nelle sue circostanze. Ed è nel dono di sé che si trova la vita vera
nelle diverse possibilità: nel volontariato, in una comunità di preghiera, in un movimento.
Così la vita diventa forse non troppo facile, ma bella e felice. Ma
come si può fare oggi esperienza dell’essere guardati con amore da Gesù? Questa esperienza
si può fare, risponde Benedetto XVI. Prima di tutto, bisogna conoscere il Gesù dei
Vangeli e poi conoscerlo con il cuore, parlare con lui nella preghiera. Ci vuole il
cuore e la ragione. Quindi bisogna ascoltare la Parola di Gesù nella comunione con
la Chiesa, impegnarsi per il prossimo e accostarsi ai Sacramenti. Così si fa esperienza
dell’amore di Cristo e così appare anche a me lo sguardo di Gesù. A volte però – è
la terza domanda rivolta al Papa – ci sono da fare delle rinunce che appaiono difficili.
Come avere la forza di scelte coraggiose? Le rinunce, risponde Benedetto XVI, si fanno
se hanno un perché, come gli atleti che si preparano alle Olimpiadi sapendo che vale
la pena fare quegli sforzi. In ogni sport, professione, espressione artistica, l’arte
di essere uomo esige delle rinunce, che ci aiutano a non cadere nell’abisso della
droga, dell’alcool, della schiavitù del denaro, della sessualità, della pigrizia,
che in un primo momento appaiono come libertà ma sono in realtà l’inizio di una schiavitù
che diventa sempre più insuperabile: “Superare con queste
rinunce la tentazione del momento, andare avanti verso il bene crea la vera libertà
e rende preziosa la vita. In questo senso mi sembra che dobbiamo vedere che senza
un ‘no’ a certe cose non cresce il grande ‘sì’ alla vera vita!”. In
questo senso sono d’aiuto le figure dei santi: San Francesco, Santa Teresa, gente
divenuta non solo libera, ma una ricchezza per il mondo. Ci aiuta la Parola di Dio,
ricorda Benedetto XVI, la comunità ecclesiale, il movimento, il volontariato, persone
che hanno fatto passi in avanti e che possono convincermi che questa è la strada giusta. Prima
del discorso del Papa sono state ripercorse idealmente le Gmg con le musiche del coro
diocesano e dell’orchestra di mons. Marco Frisina. Era il 1985 quando Giovanni paolo
II convocò la prima Giornata mondiale della gioventù proprio a Roma. Da lì presero
il via: Buenos Aires, Santiago de Compostela, Czestochowa, Denver e così via fino
a Sydney in Australia, nel 2008. Per ripercorrere questi 25 anni di vita si sono anche
alternate diverse testimonianze di persone che le hanno vissute: una coppia – lei
spagnola, lui italiano – che si conobbero proprio nell’85 a Roma e che oggi hanno
cinque figli. Ma anche quella dell’attrice Beatrice Fazi, che dopo un periodo di lontananza
dalla fede nel 2000 vede i giovani a Roma provenienti da tutto il mondo e rimane colpita,
sente quasi una promessa. Più tardi si avvicinerà alla Chiesa e comincerà un percorso
di fede che la condurrà a sposarsi e essere madre di tre figli. Forte anche l’esperienza
di Davide Martini, oggi diacono. Un incontro che è anche un appuntamento per tutti
questi giovani in cerca di Cristo: a Madrid per la Gmg del 2011! (canto) E
tanti erano i giovani presenti al venticinquesimo della Gmg. Ascoltiamo alcune testimonianze
raccolte da Marina Tomarro in Piazza San Pietro:
R. – Penso
che sia un evento molto importante: ho visto tanti giovani riuniti qui in Piazza San
Pietro. Spesso si dice che oggi è difficile trovare cristiani, quando invece sono
tanti i giovani che credono fermamente e vogliono portare la loro testimonianza: questo
ci dà speranza. R. – Questa società pensa che noi giovani siamo
soli, all’angolo, invece siamo presenti come realtà forte e il Papa ci ha dato l’opportunità
di far vedere a noi stessi, a Roma e al mondo, che i giovani che credono nel Signore
sono tanti e che il Signore è per noi il centro della nostra vita. D.
– Il Papa vi ha chiesto di capire qual è il disegno che Dio ha per ognuno di voi.
Tu come accogli questo invito? R. – Cercando, se non lo si è
già, o comunque continuando in un cammino di fede, perché penso che senza la costanza
di questa ricerca il tutto si risolva in un entusiasmo da fuoco di paglia, che poi
potrebbe portare anche molte delusioni o a strade altrettanto sbagliate, perché sappiamo
che le infatuazioni durano poco. R. – Sicuramente attraverso
piccoli gesti quotidiani, facendo volontariato, ascoltando la Parola del Signore e
sicuramente dicendo sì a Dio. R. – Penso che sia molto semplice:
solamente dicendo un nostro sì al Signore con la nostra vita di tutti i giorni, per
diventare esempio per i nostri coetanei e per tutto il mondo con cui ci interfacciamo
ogni giorno.