2010-03-26 15:43:33

India: sacerdote in carcere senza prove


Sono giorni di vero e proprio calvario per la Chiesa indiana che si trova a subire un nuovo attacco giudiziario fomentato da gruppi fondamentalisti indù. L’ennesimo caso di persecuzione arriva dalla Stato del Madhya Pradesh, dove la Corte di giustizia ha rifiutato di fissare una cauzione per padre Thomas Philip, sacerdote e rettore del seminario minore di Santa Teresa. I giudici ritengono il presbitero implicato nel suicidio del giovane Venu Kumar. Il sacerdote è anche accusato di aver cercato di convertire Kumar, di religione indù, al cristianesimo. Secondo la Chiesa locale si tratta di una montatura. Le accuse sono state lanciate dal padre del seminarista che ha dichiarato ai media di aver mandato il figlio a studiare in seminario nonostante non fosse cristiano. Secondo l’uomo, che si è recato a Bhopal insieme a uno dei leader del Vishwa Hindu Parishad – movimento paramilitare che predica il ritorno alla purezza induista dell’Unione - il suicidio sarebbe dovuto ai tentativi di conversione sul ragazzo. L’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio, ha detto ad AsiaNews che “l’arresto del rettore del seminario, padre Thomas Philip, ha infuso nuova fede nel clero e nei fedeli”. In questo periodo di Quaresima, il Cristo crocifisso è visibile. “Nel nostro Stato - ha aggiunto il presule - è in corso una cospirazione su larga scala contro la Chiesa cattolica”. Dietro questa cospirazione - spiega mons. Leo Cornelio - “ci sono le forze della destra nazionale, che tentano in ogni modo di screditare il buon lavoro della Chiesa. Ma continuiamo a trovare gioia e speranza nella nostra fede”. D’altra parte, sottolinea il presule, “le accuse che ci muovono sono sempre legate alle conversioni. Queste persone non riescono a vedere il buon lavoro che la Chiesa fa nel campo dell’educazione, della sanità e dei servizi sociali; non vogliono ammettere come abbiamo aiutato generazioni intere di persone, senza interesse per la casta o il credo. Ci accusano su basi false e prefabbricate. Ma è anche triste notare che, nella loro furia contro di noi, smettono di servire il loro popolo”. Fortunatamente, conclude l’arcivescovo di Bhopal, “queste prove non ci scoraggiano, ma anzi ci aiutano a rinforzare la nostra unità. Il desiderio di testimoniare la verità, che rende liberi, ci permette di continuare”. (M.G.)







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