Elezioni regionali in italia: il commento del direttore di Avvenire
Si chiude oggi in Italia la campagna elettorale in vista del voto di domenica prossima
28 marzo e lunedì 29: si svolgeranno le elezioni in 13 regioni, 4 province e 463 comuni.
Sul contesto generale di questo voto Luca Collodi ha intervistato il direttore
del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio:
R. - Il voto
amministrativo si presenta in un clima generale piuttosto teso, in un quadro segnato
da profonde tensioni istituzionali tra il governo, il presidente del Consiglio e la
Magistratura, con un capo dello Stato impegnato ad abbassare i toni, con un’attenzione
ai temi che riguardano la vita della gente e i compiti concreti amministrativi delle
Istituzioni per le quali si sta per votare offuscati da altre tematiche. E con una
paradossale incapacità di riconoscere questi stessi temi. Prova ne è stata anche la
polemica, a mio avviso ingiusta, che ha accompagnato - da parte di alcuni settori
del mondo politico e del mondo dei mass-media - il presidente della Cei nel momento
in cui ha indicato alcuni grandi valori di riferimento ai credenti, alle persone di
buona volontà che si apprestano ad andare alle urne. Qualcuno ha voluto vedere un’ingerenza
basata su teorie e non su problemi pratici. Anche il tema dell’aborto, che è stato
toccato, è infatti uno dei grandi temi che sono dentro i compiti amministrativi di
una Regione. D. - Quali sono le sfide per i cattolici? R. - Sono quelle, come sempre, di conoscere bene il profilo dei candidati.
Quindi, persone che si candidano a guidare un territorio e a segnare un’azione politica
che finirà per incidere sulla vita di famiglie e comunità. Secondo punto è guardare
con grande attenzione a quelli che sono i programmi. Ecco l’importanza del richiamo
ai valori di riferimento che consente di separare il grano dal loglio. Terzo, credo
che ci debba essere da parte dei cattolici una grande capacità di mettersi al servizio.
So che anche in questa tornata elettorale molte persone impegnate nelle comunità cristiane
hanno accettato di mettersi in gioco, come candidati a vari livelli, comuni compresi.
Credo che sarà importante guardare a queste persone e chiedere a loro conto della
loro speranza, del perché fanno quello che fanno in politica e perché intendono essere
punto di riferimento anche della comunità dei cattolici più impegnati. D. - Perché in elezioni amministrative è importante la riflessione sui
valori non negoziabili? R. - Perché in una società civile non
possiamo pensare che senza valori fondativi sia possibile costruire giustizia, sia
possibile realizzare equità, sia possibile garantire i diritti di tutti. Se non si
parte da un’idea vera della dignità della persona umana, non si capisce tutto il resto.
Se non si accetta, dal nostro punto di vista, il valore fondante del rispetto della
vita, della vita umana, non si riesce ad articolare compiutamente nessun altro valore
forte. In questo c’è stato anche un fraintendimento da parte di alcuni, fino al punto
di creare un corto circuito informativo. Mi riferisco al fatto che qualcuno ha voluto
leggere nelle parole del cardinale Bagnasco fasi successive con un presunto attacco
e una presunta ritirata, cioè prima porre il problema della vita poi aggiungere altri
valori di riferimento. Il discorso è molto chiaro, viene dal Magistero e dall’illuminante
contributo della Dottrina sociale della Chiesa. Sul fondamento del rispetto della
vita umana, si costruiscono gli altri valori ad iniziare dal rispetto al lavoro, dalla
ricerca del bene comune, al rispetto per gli immigrati, al contrasto della malavita
organizzata e via dicendo...
Domani quindi giornata
di riflessione, anche se i partiti continueranno a mobilitarsi per portare alle urne
soprattutto gli indecisi. Una campagna elettorale, questa, caratterizzata molto dalla
questione delle liste Formigoni in Lombardia e soprattutto Pdl nel Lazio, come dice
il politologo Alberto Gambino, intervistato da Alessandro Guarasci