Allarme violenza sessuale ad Haiti ed emergenza alimentare nei campi di sfollati
Migliaia di donne sono sotto la minaccia della violenza sessuale e sono protette in
modo inadeguato. È l’allarme lanciato da Amnesty International, al termine di una
missione di tre settimane ad Haiti, che ha compreso la visita di otto campi per sfollati
nella capitale Port-au-Prince, a Jacmel e a Lascahobas. L’organizzazione ha denunciato
la scarsa tutela e protezione di donne e bambine e alcuni casi di stupro. La violenza
sessuale è assai diffusa nelle centinaia di campi spontanei che sono sorti su tutto
il territorio haitiano dopo il devastante terremoto del 12 gennaio scorso, che ha
provocato la morte di 223.000 persone e oltre un milione e mezzo di senzatetto. Secondo
Amnesty International, l’assenza di misure di prevenzione e di reazione alla minaccia
di violenza sessuale sta contribuendo alla crisi umanitaria in atto. L’organizzazione
per i diritti umani ha sollecitato le autorità haitiane ad agire immediatamente e
in modo efficace per stroncare la violenza sessuale e proteggere le donne che vivono
nei campi. “La violenza sessuale è ampiamente presente nei campi dove si trovano le
persone più vulnerabili del Paese” – ha dichiarato da Port-au-Prince Chiara Liguori,
ricercatrice sui Caraibi di Amnesty International. “Costituiva già un grande motivo
di preoccupazione prima del terremoto - ha aggiunto - ora la situazione in cui vivono
gli sfollati crea un rischio ancora maggiore”. La mancanza di sicurezza, il sovraffollamento
e l’inadeguatezza dei servizi igienici lasciano le donne esposte al rischio di violenza
sessuale e senza protezione da parte di qualsiasi autorità: le forze di polizia e
il sistema giudiziario, dopo il terremoto, non riescono a operare e questo significa
che i responsabili delle violenze hanno molte probabilità di rimanere impuniti. Oltretutto,
all’interno e all’esterno dei campi vi è un senso generale d’insicurezza, soprattutto
nelle ore notturne. Le donne e le bambine che vivono in rifugi di fortuna si sentono
vulnerabili e temono di essere aggredite e la mancanza di strumenti di protezione
adeguati le scoraggia dal denunciare la violenza. La maggior parte delle vittime intervistate
da Amnesty International era minorenne. “Aprire centri per le donne e le bambine che
hanno subito violenza sessuale deve essere parte della risposta all’emergenza. Le
Organizzazioni non governative internazionali, presenti in massa ad Haiti, possono
farlo, in coordinamento con le autorità haitiane” – ha concluso Liguori. Un’altra
emergenza che rende disastrosa la situazione di queste ore ad Haiti è la mancanza
di distribuzioni sistematiche di aiuti alimentari e di tende sotto cui ripararsi.
Il passato raccontato dalle cose di tutti i giorni è stato totalmente cancellato dal
sisma del 12 gennaio. La gente di Haiti che vive nei campi mangia un pugno di riso
al giorno grazie alla solidarietà di familiari e amici. “Ci servono almeno cento tende
e tanto aiuto - chiede Solange Jean-Louis, 34 anni, commerciante prima del sisma,
madre di una ragazza e di un figlio adottivo -. Non ci viene distribuito cibo e viviamo
solo grazie alla solidarietà tra di noi”. E quando piove? “I bambini piangono disperati
e restiamo alzati tutta la notte”. Intanto un segno di speranza si leva dalla Caritas,
che attiverà a breve un progetto di distribuzione di cibo, in collaborazione con il
World Food Program. (A.D.G.)