Afghanistan: il presidente Karzai chiede alla Cina sostegno per la pace
Il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, in visita a Pechino, ha chiesto alla
Cina il forte sostegno per la pace nel suo Paese. Ieri, intanto, il neo-rappresentante
Onu a Kabul, Staffan De Mistura, nella sua prima conferenza stampa aveva sottolineato
come il dialogo sia l’unica via per risolvere i conflitti interni afghani. Ma quali
sono le ragioni dell’interesse Cinese in Afghanistan? Stefano Leszczynski lo
ha chiesto a Marco Lombardi, responsabile dei Progetti educativi in Afghanistan
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano:
R. – La Cina
è presente già e anche in maniera significativa in alcune zone dell’Afghanistan, in
particolare nelle zone minerarie dove ha un certo controllo e un proprio sistema di
sicurezza che tuttavia, visto lo stato attuale del Paese, non gli permette di sfruttare
alcune che sono tra le miniere più importanti della regione. Il tutto va letto non
solo in un quadro di espansione economica, ma in un quadro di espansione strategica.
Abbiamo visto anche in questi ultimi anni interessi cinesi in Xinjiang rispetto alla
lotta del terrorismo, in particolare contro gli Uiguri.
D.
- Quanto può aiutare lo sviluppo dell’Afghanistan e la sua stabilità interna ad avere
investitori che costruiscono in settori specifici?
R.
- E’ fondamentale. Senza investimenti non c’è sviluppo, senza sviluppo non esiste
stabilità e non esiste pace. Quindi è fondamentale sostituire la guerra con il lavoro.
E non significa solo portare sviluppo economico ma - e questo è un lavoro che come
italiani l’Università Cattolica sta facendo - soprattutto portare educazione per costruire
quadri, management.
D. – Come è possibile in Afghanistan
favorire il dialogo e la riconciliazione senza tuttavia collidere con quelle che sono
le tradizioni locali, le tradizioni tribali?
R. –
I talebani sono un’altra categoria un po’ troppo ampia, che non ci permette di identificare
i giusti interlocutori. Poi noi sappiamo benissimo che dietro a diversi gruppi di
talebani troviamo questo o quell’altro interesse, locale piuttosto che pakistano,
o piuttosto che i pakistani dicono “indiano”, wabita o quant’altro… Quindi, già di
per sé è una macrocategoria. Tanti che supportano i talebani li appoggiano semplicemente
perché sono quelli che gli danno una speranza di sopravvivere nel martoriato Paese.
Se non riusciamo a trovare un meccanismo che permetta di incorporare lo "statuto tribale"
dentro quella che noi chiamiamo “democrazia” , in Afghanistan non riusciremo ad andare
avanti. Io non credo che si possa pensare all’Afghanistan come ad un Paese depurato
dalle sue tradizioni tribali.
La città di Praga scelta
per la firma dello Start2 Praga ospiterà la cerimonia della firma del nuovo
Trattato di disarmo nucleare Start 2 tra Usa e Russia. Lo ha confermato oggi il portavoce
del ministero degli Esteri ceco Filip Kanda. “Abbiamo ricevuto la richiesta e in quanto
alleati, abbiamo sondato con la parte americana la possibilità di firmare il Trattato
a Praga e abbiamo acconsentito”, ha precisato Kanda. Secondo i media cechi, la firma
del Trattato tra il presidente americano, Barack Obama, e quello russo, Dmitri Medvedev,
potrebbe avvenire il 4 aprile, un anno dopo il discorso che Obama tenne nella capitale
ceca esponendo la sua visione di un mondo senza armi nucleari. Start 2 rinnova le
istanze dello Start 1 firmato nel 1991 e scaduto a dicembre 2009.
India
In India continuano le violenze legate alla mobilitazione generale proclamata
dai maoisti. In una nuova ondata di attacchi nel nord est del Paese, i ribelli comunisti
hanno ucciso nella notte cinque persone, fra cui tre soldati, e dato alle fiamme un
casello dell'autostrada. Oggi si conclude lo sciopero indetto contro il piano economico
del governo e l'operazione militare lanciata l'anno scorso per eliminare la guerriglia
maoista.
Grecia-Ue, crisi finanziaria Si fa più concreta la possibilità
di aiuti dell’UE destinati alla Grecia. Domani potrebbe tenersi una riunione straordinaria
tra capi di Stato e di governo dei 27 per decidere sulla questione. In queste ore
si sono infatti susseguiti diversi appelli ai leader dei Paesi che fanno parte della
zona Euro a trovare un accordo politico nel corso del vertice europeo in programma
per domani e dopodomani a Bruxelles. Ad oggi risulta inoltre più morbida la linea
della Germania, convinta finora che la Grecia potesse uscire da sola dalla crisi.
Prende poi corpo un piano che prevede l’intervento del Fondo Monetario Internazionale
con l’aggiunta di azioni volontarie dei Paesi dell’Eurozona.
Portogallo:
l'agenzia Fitch abbassa il rating L'agenzia internazionale Fitch ha tagliato
il rating sovrano del Portogallo, portandolo da 'AA' ad 'AA-'. Fitch motiva la decisione
con il deterioramento delle finanze pubbliche del Paese e con le deboli prospettive
di ripresa rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. E subito dopo la decisione
dell’agenzia, il ministero delle Finanze di Lisbona ha annunciato il prossimo varo
di un piano di risanamento per rientrare nei limiti del patto di stabilità dell’Unione
Europea.
Italia: cresce la disoccupazione In Europa non sembra arrestarsi
il trend negativo dell’occupazione. Destano preoccupazione in particolare i dati sull’Italia,
dove gli occupati nel 2009 sono diminuiti di circa 380 mila unità rispetto alla media
del 2008. L'Istat sottolinea che si tratta del primo calo annuale dal 1995. Nel primo
trimestre del 2009 il tasso di disoccupazione medio è salito inoltre al 7,8%.
Madagascar Una
devastante tempesta si è abbattuta ieri sul Madagascar. Secondo un ultimo bilancio
provvisorio, pubblicato dalle autorità malgasce, il ciclone Hubert ha provocato circa
80 vittime. Restano disperse una trentina di persone. Sono inoltre almeno 150 mila
i cittadini che hanno subito danni alle proprie abitazioni. Distrutte anche numerose
infrastrutture.
Nigeria In Nigeria potrebbe cominciare la settimana
prossima il maxi processo contro oltre 300 persone sospettate di essere coinvolte
nei massacri di centinaia di cristiani, la maggior parte donne e bambini. Le violenze,
compiute tra gennaio e marzo, sono avvenute nella regione di Jos. L'accusa è di omicidio
volontario, possesso illegale di armi e istigazione alla rivolta. Secondo un bilancio
fornito dalla polizia, dall’inizio delle violenze sono state arrestate 377 persone.
Somalia Nuovi
scontri a fuoco in Somalia tra ribelli islamici e soldati del governo transitorio
somalo appoggiati dalle truppe dell’Unione Africana. Secondo quanto riporta l’agenzia
locale di informazioni “Mareeg”, il bilancio dei combattimenti avvenuti nel distretto
di Hodan è di tre morti e cinque feriti, quasi tutti civili. In questa situazione
di caos continua inoltre ad imperversare la pirateria nei mari a largo delle coste
somale. Ieri gli uomini della sicurezza di un mercantile panamense hanno un ucciso
uno degli assalitori che cercavano di sequestrare la nave.
Corea del Nord:
allarme carestia Dopo il fallimento della recente riforma valutaria, la popolazione
nordcoreana è “ridotta alla fame”. L’allarme è stato lanciato dal presidente del gruppo
Asia Press International, che ha riferito testimonianze raccolte di persona da cittadini
del regime comunista. Secondo l’esperto in Corea del Nord è in corso un fenomeno di
iper-inflazione, del tutto fuori controllo, che ha avuto effetti devastanti sul potere
di acquisto della popolazione. Lo stesso fallimento della riforma valutaria è stato
pubblicamente ammesso dal regime, che, oltre ad offrire pubbliche scuse, ha mandato
al patibolo Pak Nam-gi, l'alto funzionario ex responsabile delle Finanze e principale
artefice dell'iniziativa di ridenominazione della moneta.
Messico Il
segretario di Stato, Hillary Clinton, in Messico per un vertice sul fronte della lotta
alla droga e del traffico di armi ha ammesso ieri le “responsabilità” di Washington
in merito alla violenza che imperversa lungo la frontiera messicana nell'ambito delle
azioni contro i cartelli della droga. Dal 2006, anno in cui il presidente Felipe Calderon
ha dispiegato circa 100 mila uomini tra soldati e poliziotti per far fronte ai narcos,
sono morte almeno 18 mila persone.
Guantanamo Due ex detenuti uighuri
del carcere americano di Guantanamo, originari della provincia cinese dello Xinjiang,
sono giunti ieri in Svizzera, Paese che ha accettato di accoglierli a inizio febbraio
malgrado le proteste di Pechino. La Georgia ha invece confermato l'arrivo oggi di
altri tre ex detenuti, di cui non ha fornito le nazionalità. Le autorità georgiane
hanno riferito che provengono “da Paesi del Medio Oriente”. Dopo le ultime partenze,
rimangono ancora oltre 180 prigionieri nel carcere americano di Cuba. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 83 E'
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