Pakistan: i leader religiosi invitano il leader del parlamento del Punjab all'armonia
tra le fedi
I leader politici devono farsi “promotori attivi dell’armonia sociale e interreligiosa,
contribuendo a costruire ponti fra i credenti delle diverse religioni presenti in
Pakistan e inserendo programmi di educazione alla pace e al dialogo nel sistema scolastico
nazionale”: è quanto ha chiesto il “Consiglio nazionale per il Dialogo Interreligioso”
in un recente incontro con Rana Muhammad Iqbal, presidente del Parlamento provinciale
del Punjab, provincia del Pakistan in cui, negli ultimi due anni, si sono moltiplicati
i casi di violenze, incidenti, violazioni dei diritti umani ai danni delle minoranze
religiose non islamiche. La delegazione del Consiglio – organismo impegnato nel promuovere
armonia e solidarietà fra le religioni in Pakistan – comprendeva rappresentanti cristiani,
musulmani, indù, sickh, parsi, nonché membri di Ong. L’incontro è avvenuto nei giorni
scorsi, mentre nel Paese si diffondevano le notizie dei casi di violenza ai danni
di cristiani avvenuti, come rimarca all'agenzia Fides un esponente cristiano del Consiglio,
“per mano non di gruppi militanti integralisti, ma di semplici cittadini musulmani
che, nella vita quotidiana, vessano, pretendono di sottomettere, opprimono i cittadini
di religione cristiana. Questo è un atteggiamento inaccettabile, che va combattuto
attraverso l’educazione della società, a partire dai ragazzi e dai giovani”. Pir Shafaat
Rasool, leader islamico e membro del Consiglio, ha detto che “l’islam non è un religione
che insegna o accetta la discriminazione. Anzi, riconosce pieni diritti alle minoranze
non musulmane negli Stati islamici”. Padre Francis Nadeem, capo della delegazione
che ha incontrato il Presidente, ha sottolineato che “occorre coinvolgere le istituzioni
e i politici che possono giocare un ruolo attivo, per sensibilizzare la popolazione,
per educare all’armonia e al dialogo fra comunità e cittadini di cultura e religione
diversa”. Il presidente Rana Muhammad Iqbal ha accolto con favore le annotazioni del
Consiglio, augurando successo agli sforzi e ai progetti dei leader religiosi, e affermando:
“Siamo tutti cittadini del Pakistan, al di là della casta, del genere, della religione
o dell’etnia. La nostra Costituzione assicura diritti uguali per tutti. Tutti siamo
chiamati a operare per la prosperità e il benessere del paese. Dobbiamo lottare insieme
contro il terrorismo e contro le discriminazioni”. (R.P.)