Kenya: rischio epidemia di colera per la mancanza di strutture sanitarie
Secondo gli ultimi aggiornamenti del Ministero della Sanità del Kenya, sono 15 i distretti
finora gravemente colpiti dal colera in tutto il Paese, con 663 casi confermati da
gennaio, e 15 morti certe. Le zone più gravemente colpite - riferisce l'agenzia Fides
- sono quelle costiere, nelle province orientali e della Rift Valley. Il distretto
di Kajiado, nella Rift Valley, registra 177 casi. Nel 2009, in seguito ad un'epidemia
causata dalla siccità, dall’acqua inquinata del letto dei fiumi e da scarsa igiene,
sono stati confermati 781 contagi e 274 decessi. Anche in questo periodo i contagi
e i morti registrati sono aumentati nelle zone remote del Paese, nel distretto nordoccidentale
del Turkana Central, a Mugur, un’isola di difficile accesso a causa dei coccodrilli
che infestano il lago Turkana. I principali fattori di rischio a Mugur sono l’acqua
inquinata del lago e la mancanza di strutture sanitarie. Il centro medico più vicino
è a circa 50km. All’inizio del mese di marzo, sono stati registrati circa 127 casi
nel distretto orientale di Tharaka. Il governo sta portando avanti una campagna sanitaria
educativa con epidemiologi, ufficiali sanitari e nutrizionisti, per la ricerca e il
controllo dell’infezione. Le organizzazioni umanitarie sono state allertate, anche
per i brevi temporali di questi mesi, a raggiungere questi luoghi in quanto alimenterebbero
i contagi. La Croce Rossa del Kenya, assistita dalle agenzie delle Nazioni Unite per
l’educazione sanitaria e la distribuzione dei farmaci, sta distribuendo disinfettanti
per l’acqua nelle zone colpite dalle alluvioni dove i sistemi idrici sono stati danneggiati.
La Nairobi Water and Sewerage Company ha distribuito cisterne per l’acqua nelle periferie
per permettere il trasporto di acqua potabile a 153 mila residenti. (R.P.)