Ancora riserve delle Chiese cristiane del Kenya sull'attuale testo di revisione costituzionale
I leader cristiani keniani, tra cui i vescovi cattolici, ribadiscono le loro forti
riserve sull’attuale testo di revisione costituzionale all’esame dell’Assemblea nazionale,
in particolare nelle parti riguardanti la difesa della vita e il riferimento ai tribunali
islamici. In una dichiarazione congiunta diffusa nei giorni scorsi e ripresa dall’agenzia
Cisa, essi chiedono che la nuova costituzione affermi esplicitamente il diritto alla
vita di ogni persona dal concepimento fino alla morte naturale ed escluda quindi anche
la pena di morte e l’eutanasia. Le Chiese cristiane keniote ribadiscono poi la loro
ferma contrarietà al riconoscimento costituzionale dei tribunali musulmani, i cosiddetti
Kadhi. A loro avviso, la costituzionalizzazione di queste corti rischia di alimentare
i conflitti religiosi in Kenya, dove è ancora aperta la ferita degli scontri etnici
e politici seguita alle contestate elezioni del 2007. Sempre a proposito di religione,
i leader cristiani chiedono, infine una la riformulazione di una parte dell’articolo
32 della nuova Costituzione che riconosca il diritto di tutti i cittadini a diffondere
il proprio credo religioso e a convertirsi da una religione all’altra. La Costituzione
keniana, risalente al 1963 e attualmente ancora in vigore nonostante i vari emendamenti,
nel corso degli anni, ne abbiano profondamente modificato il contenuto originario,
rappresenta uno dei temi principali del dibattito politico in Kenya di questi ultimi
mesi. Un dibattito in cui, tra gli altri, è intervenuta a più riprese la Conferenza
episcopale, in particolare contro la clausola che vuole spostare l’inizio della vita
dal concepimento alla nascita, legalizzando indirettamente l’aborto. (L.Z.)