2010-03-22 16:31:52

Giornata mondiale dell'acqua: secondo l'Oms non è sicura per 900 milioni di persone


''Acqua pulita per un mondo sano'': e' questo lo slogan dell’odierna giornata mondiale dell’Acqua, indetta dall’Onu per difendere e tutelare quello che è un bene troppo spesso negato. Secondo dati resi noti dall’OMS, sono ancora 884 milioni le persone che non possono avere accesso ad un'acqua sicura, circa 4 mila invece i bambini che muoiono ogni giorno per malattie legate all’inquinamento delle risorse idriche. Per il segretario dell’Onu Ban Ki-moon queste morti costituiscono un affronto per l'intera umanità. Al microfono di Cecilia Seppia ascoltiamo il commento di Rosario Lembo, segretario del comitato italiano del contratto mondiale per l’Acqua. RealAudioMP3



R. – Le Nazioni Unite quest’anno vogliono mettere in primo piano l’attenzione sul tema della qualità dell’acqua, indispensabile per la salute e il benessere dell’intera umanità. In buona parte dei Paesi africani non esistono servizi igienici, latrine, servizi pubblici. Indubbiamente c’è una responsabilità anche nei comportamenti di queste popolazioni, però la responsabilità maggiore è la nostra, in quanto Paesi occidentali, sia attraverso interventi di cooperazione sia attraverso tutti gli obiettivi che le Nazioni Unite si sono dati con i famosi “Decenni per l’Acqua”, che non hanno messo a disposizione le risorse finanziarie necessarie per garantire una buona qualità della vita.



D. – Da un lato un accesso negato e dall’altro anche uno spreco eccessivo di questo bene…



R. – Non è pensabile che al ciclo naturale dell’acqua l’uomo possa sostituire un ciclo industriale, pensando di poter gestire questa risorsa solo con una logica produttiva, di consumo e di sfruttamento, senza preoccuparsi di rispettare il rapporto con la natura. Consumiamo molta più acqua di quanto il ciclo naturale ne metta a disposizione. Piuttosto che privilegiare l’uso umano, puntiamo ad utilizzare quest’importante risorsa come una risorsa energetica alternativa.



D. – Scopo di questa giornata è anche proporre delle attività concrete, trovare soluzioni per ovviare a questi problemi. Cosa si può fare concretamente?



R. – Bisogna ritornare a produrre cibo ma per usi di sicurezza alimentare di queste popolazioni e non per l’esportazione. Bisogna ritornare a salvaguardare i fiumi e i laghi di questi Paesi non per coltivare fiori o ciò che va verso i mercati occidentali ma per soddisfare prioritariamente i bisogni delle popolazioni locali. C’è bisogno che l’acqua torni ad essere un bene condiviso da tutti e che intorno all’acqua si fissino delle nuove regole del vivere e dello stare insieme.



D. – Secondo lei la soluzione, come alcuni sostengono, è nella privatizzazione dell’acqua?



R. – L’approccio della privatizzazione che è stato adottato da alcune agenzie delle stesse Nazioni Unite - ricordiamo che è una proposta della Banca Mondiale, attraverso la quale si pensava di poter garantire entro il 2015 l’accesso all’acqua potabile a tutti i cittadini del pianeta Terra – purtroppo si è dimostrato fallimentare. E’ possibile fare gli investimenti, è possibile realizzare gli acquedotti e questo i privati sono in grado di poterlo fare molto rapidamente se qualcuno gli mette a disposizione delle risorse di carattere finanziario. Questo è il problema di garantire l’accesso all’acqua. Si accede a questo servizio soltanto nella misura in cui si ha il potere d’acquisto di pagare il prezzo dell’acqua, la tariffa dell’acqua. In molti Paesi africani e latinoamericani i processi di privatizzazione hanno realizzato grandi opere infrastrutturali, ma poi i cittadini non hanno accesso all’acqua potabile perché non hanno i soldi per poter pagare la bolletta dell’acqua.



Un bene fondamentale alla vita del pianeta dunque, ma troppo spesso oggetto di logiche di profitto, che danneggiano i più poveri. E' quanto sottolinea al microfono di Luca Collodi, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, membro del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua:RealAudioMP3



R. – L’acqua è la madre di tutto, la vita nasce dall’acqua. L’acqua è il bene supremo che abbiamo. E’ possibile che la finanza ha già capito che non è più l’oro nero, il petrolio, il vero bene ma è l’acqua. Hanno già spostato i capitali sull’acqua e noi cittadini stiamo cedendo il bene supremo che abbiamo alle forze finanziarie? Alla fine chi la pagherà, le classi deboli? Se oggi abbiamo 50 milioni di morti di fame, domani avremo 100 milioni di morti di sete. Questa è la tragedia. Ecco perché è così vitale e fondamentale il problema dell’acqua.



D. – Tra l’altro l’acqua rischia purtroppo di essere, o spesso già lo è, occasione di guerra. Penso all’Africa, ad alcuni Paesi dell’Asia. Quindi è un bene sul quale vale la pena fare una riflessione molto attenta…



R. – Molto attenta. A questo riguardo, basterebbe pensare che i due Paesi che saranno più toccati dal surriscaldamento – quindi perdita di ghiacciai e di fonti idriche – saranno gli Stati Uniti e la Cina. Se si fanno le guerre per il petrolio, immaginiamo domani cosa faranno per l’acqua. Oggi tante delle guerre in atto sono già per l’acqua, basterebbe pensare a Israele, al Medio Oriente sull’Eufrate; ci sono già guerre dell’acqua. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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