2010-03-22 15:36:48

Francia: dopo la sconfitta alle regionali, Sarkozy verso il rimpasto di governo


Elezioni regionali ieri in Francia. Il secondo turno ha visto trionfare la Sinistra con il 53,85%, contro il 35,53% ottenuto dal partito di governo (Ump) del presidente Nicolas Sarkozy. Buon risultato anche per il Fronte nazionale di estrema destra di Jean-Marie Le Pen, che ha superato il 9% dei consensi. Dall'Eliseo già nella notte è giunto un messaggio chiaro: “Il presidente - si legge in un comunicato – è deciso ad ascoltare il segnale arrivato dalle urne”. A questo punto si profila un rimpasto tecnico del governo di Francois Fillon, che questa mattina ha incontrato il presidente. Ma come si è giunti a questo risultato, in realtà largamente annunciato? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Domenico Quirico, corrispondente da Parigi per il quotidiano "La Stampa":RealAudioMP3  
R. – C’è un problema generale di rapporto tra Sarkozy e i francesi. I francesi l’avevano votato con un plebiscito alle elezioni presidenziali e progressivamente si sono accorti che tutte le sue promesse e il suo modo di governare non è quello che si erano aspettati.
 
D. – Molti francesi gli rimproverano anche di avere concentrato troppo il potere nelle sue mani. Ci sarà un cambiamento nella politica futura di Sarkozy?
 
R. – Questo non credo. Un Sarkozy meno onnipresente è una contraddizione in termini, non potrebbe esistere. All’interno del partito di centro-destra però cominciano a nascere sempre più forti delle voci di dissenso e – pericolo ancora maggiore per il presidente – potrebbero nascere degli oppositori, che puntano ad essere presenti alle elezioni presidenziali 2012.
 
D. – Ma la sinistra saprà approfittare di questo vantaggio per le presidenziali del 2012? E Sarkozy quali carte giocherà per riconquistare la fiducia dei francesi?
 
R. – Sarkozy si trova sostanzialmente in una posizione molto complicata, perché i mezzi attraverso cui una politica di grandi riforme poteva essere attuata non esistono: la Francia è in un momento economico di grande debolezza, lo Stato è fortemente indebitato e la disoccupazione è oltre il 10 per cento. Sostanzialmente i suoi margini di manovra sono molto bassi, ma soprattutto dovrà scegliere con che immagine affrontare i due anni e mezzo di questa lunghissima campagna elettorale che precede le presidenziali. A sinistra, io sono francamente molto, molto prudente nel definire che sia nato qualcosa di veramente e sostanzialmente nuovo rispetto ai mali storici della sinistra francese. Il problema è il suo rinnovamento: è un partito vecchio, arcaico nell’ideologia, nel modo di affrontare la realtà. Questo non è sostanzialmente risolto e non si vive, credo, soprattutto nei confronti di un’elezione presidenziale, semplicemente degli errori dell’avversario.







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