Ottava edizione della Via Crucis degli Scout sul tema “In Cristo l’amicizia”
In cammino dietro la Croce, dalla Basilica di San Giovanni in Laterano fino alla Basilica
di Santa Croce in Gerusalemme, come da tradizione secolare del popolo romano. Si è
svolta ieri sera l’ottava edizione della Via Crucis degli Scout organizzata dalla
Compagnia di San Giorgio. Il servizio di Roberta Barbi. Sono
accorsi in 400: bambini, ragazzi, adulti educatori e religiosi per rivivere insieme
la Passione di Cristo con canti, meditazioni, preghiere e per incarnarla con quadri
viventi e costumi. Il tema scelto quest’anno per la Via Crucis degli scout era “In
Cristo l’amicizia”: l’amicizia vissuta nel nome di Gesù è l’essenza della fraternità
che gli scout sono chiamati a vivere e a testimoniare tra loro. Anche Gesù, lungo
il cammino verso il Golgota, incontra “amici” come il Cireneo e la Veronica. Mons.
Ernesto Mandara, vescovo ausiliare di Roma Centro che ha guidato la preghiera,
spiega l’importanza che ha per i ragazzi questa esperienza: "Questa esperienza
è un modo per creare legami, per creare unità, per creare comunione, per creare amicizia
tra chi condivide lo spirito scout, come metodo educativo". Ma ci sono
amicizie che possono essere pericolose, perché non sono vere, autentiche. Ecco, dunque,
l’importanza per i capi scout, di educare i ragazzi a un’amicizia vissuta nella fede.
Ancora mons. Mandara: "Gli amici, in alcune fasi della vita, contano più
della famiglia stessa; quindi, educare i ragazzi ad una vera amicizia, ad una sana
amicizia, significa anche educarli ad uno spirito di fede". In questi otto
anni la Compagnia di San Giorgio, spiega il presidente Angelo Piero Bafundi,
ha fatto sperimentare a centinaia di scout il cammino doloroso con Gesù, fonte della
pace e pane di vita, speranza, libertà e bellezza e, ora, amicizia e fraternità, quella
che gli Scout sono chiamati a vivere ogni giorno: "La Via Crucis è una
delle tradizioni più vive della Chiesa che ci ricorda la Passione di Cristo. Abbiamo
pensato di attualizzarla con i giovani, perché i giovani possano avvicinarsi alla
tradizione della Chiesa facendola propria, con strumenti che loro possano capire,
interpretare ed innovare dando il senso che Gesù è parte fondamentale della nostra
vita, che la Passione e Gesù ci riguardano. Quindi ogni anno scegliamo anche un tema
per attualizzarla". Sono i giovani i destinatari di questo messaggio, ma
come vivono loro quest’esperienza: che senso ha per loro interpretare la Passione
di Gesù? Lo racconta Magdalena che ha 20 anni: "Un
senso profondo. Tante persone vivono insieme l’esperienza di essere Scout, ma al contempo
anche quella della Passione di Cristo. E’ molto emozionante vivere tutto questo attraverso
i canti, attraverso l’unione con le altre persone, che si ritrovano per uno stesso
scopo, con le stesse emozioni e con la stessa passione".