2010-03-20 13:14:45

Il Papa al concerto in Vaticano per il suo onomastico: "Dio ha pronunciato in Cristo crocifisso la Parola d'amore più bella e più vera"


Grande emozione ieri sera, nella solennità di San Giuseppe, per il concerto del Quartetto di archi Henschel e del mezzosoprano Susanne Kelling offerto al Papa nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, in occasione del suo onomastico. E’ stata eseguita l’opera: “Le sette ultime parole di Cristo sulla Croce” di Joseph Haydn, nella versione curata da José Peris Lacasa, organista onorario nella Cappella del Palazzo Reale di Madrid. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

(musica)
 
Il momento tragico della Passione di Gesù reso sublime dalla musica di Haydn. Sonate “di carattere drammatico e meditativo” ha sottolineato il Papa, espresse con intensità per suscitare – come voleva lo stesso compositore austriaco – “l’impressione più profonda nell’anima dell’ascoltatore”. Un’opera che ben concilia la “bellezza austera”, degna della solennità di San Giuseppe, e il tempo quaresimale che stiamo vivendo:
 
“Le sette ultime parole del nostro Redentore in Croce è, infatti, un esempio tra i più sublimi, in campo musicale, di come si possano sposare l’arte e la fede. L’invenzione del musicista è tutta ispirata e quasi 'diretta' dai testi evangelici, che culminano nelle parole pronunciate da Gesù crocifisso, prima di rendere l’ultimo respiro”.
 
Nel ricordare i vincoli posti ad Haydn dal committente, Benedetto XVI ha evidenziato l’eccellenza del suo “genio creativo” e ha paragonato il lavoro svolto a quello dello scultore, richiamando “La Pietà” di Michelangelo - che “riesce a far parlare” la materia, a far emergere “una sintesi singolare e irripetibile di pensiero e di emozione”, totalmente “al servizio di quel preciso contenuto di fede”.
 
“C’è qui nascosta una legge universale dell’espressione artistica: il saper comunicare una bellezza, che è anche un bene e una verità, attraverso un mezzo sensibile – un dipinto, una musica, una scultura, un testo scritto, una danza ... A ben vedere, è la stessa legge che ha seguito Dio per comunicare a noi se stesso e il suo amore”.
 
Donandoci Cristo Gesù, “sulla dura Croce – ha aggiunto il Papa - Dio ha pronunciato in Cristo la Parola d’amore più bella e più vera”. “E’ Lui l’ultima Parola di Dio”, “è la Parola universale, assoluta” pronunciata “in quell’uomo concreto”.

“Questo vincolarsi alla storia, alla carne, è segno per eccellenza di fedeltà, di un amore talmente libero da non avere paura di legarsi per sempre, di esprimere l’infinito nel finito, il tutto nel frammento. Questa legge, che è la legge dell’amore, è anche la legge dell’arte nelle sue espressioni più alte”. 
Prima del concerto, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone nel suo indirizzo di saluto aveva evidenziato la particolare somiglianza di Benedetto XVI a San Giuseppe, “attento a comprendere la volontà di Dio”, “uomo mite e umile, discreto, assiduo e giusto”.  
“Noi confidiamo che Gesù, che ha vissuto bambino accanto al padre putativo, voglia manifestare la sua tenerezza verso Vostra Santità, che assolve, come il grande Giuseppe, la funzione di custode dell’autentica dottrina di salvezza. Sarà una consolazione in mezzo alle difficoltà e alle sfide che la testimonianza coraggiosa di fedeltà alla verità e alla Chiesa incontra nel cammino accidentato della storia”.
 
(musica)







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