2010-03-19 14:09:16

Manifestazioni per la Giornata in ricordo delle vittime della mafia


“La legalità non si insegna, ma si testimonia”. E’ il monito lanciato dai familiari delle vittime di tutte le mafie in occasione della XV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di chi ha perso la vita contrastando la criminalità. Il 21 marzo, inizio di primavera, è la data simbolo di questa ricorrenza voluta dall’Associazione Libera di don Luigi Ciotti che, a partire da oggi, ha organizzato una serie di iniziative a Milano. Nel pomeriggio, l’accoglienza e un momento ecumenico insieme a centinaia di familiari delle vittime giunti da tutt’Europa; domani, la marcia cittadina e i seminari di approfondimento sul fenomeno mafioso. Di particolare rilievo la scelta, quest’anno, di Milano come sede della giornata, come spiega al microfono di Gabriella Ceraso, don Luigi Ciotti:RealAudioMP3

R. – E’ la città dov’è stato ucciso Ambrosoli, dove un’autobomba ha ucciso cinque persone: da quella città è partito Carlo Alberto Dalla Chiesa … Si va in Lombardia, a Milano, anche come un segno di attenzione, di stima, di riconoscenza per il grande lavoro della magistratura nel contrasto delle varie forme di violenza, di illegalità, di corruzione … Si va anche per dire che bisogna tenere alta la testa rispetto ai segnali seri che ci sono, che hanno accompagnato la presenza criminale mafiosa nel territorio della Lombardia, e non solo … Non è un caso che in Lombardia sono individuati 639 beni immobili, 116 comuni coinvolti; la Lombardia certamente è al primo posto per l’uso della cocaina … Ecco, ci sono segnali che ci impongono di dover essere attenti, perché le mafie hanno una capacità di cambiamento e di trasformazione e di infiltrazione veramente impressionante!

 
D. – A fare da cornice alla marcia di domani per le strade della città c’è oggi un momento ecumenico con i familiari delle vittime, domani una serie di seminari di approfondimento su tanti temi: qual è l’importanza di questi due appuntamenti?

 
R. – Noi ci fermeremo a pregare per chiedere una mano a Dio a guardare avanti, a darci più forza, perché non venga meno la speranza, perché non venga meno l’impegno. Noi abbiamo bisogno di saldare molta terra con il cielo. I seminari sono in un altro momento, per scendere in profondità, per interrogarsi, per porsi delle domande, la conoscenza più importante per essere più responsabili e per affrontare di più le situazioni che ci circondano.

 
D. – Responsabilità e legalità: voi le mettere strettamente in rapporto. Che cosa significa, oggi, “legalità”, don Ciotti?

 
R. – Legalità è il rispetto e la pratica delle leggi; la legalità e la solidarietà sono le due facce della stessa medaglia che si chiama giustizia. Noi abbiamo bisogno che tutti rispettino le regole, che le facciamo nostre ma allo stesso tempo dobbiamo darci da fare per costruire le condizioni per il cambiamento. E quindi, il problema delle politiche sociali, della giustizia sociale … non dimenticando mai che la prima dimensione della giustizia è la prossimità, l’ascolto, l’accoglienza … La responsabilità non è solo dello Stato, delle istituzioni: la responsabilità è anche nostra! Io ho messo una spina nella carne alla politica, nel senso propositivo, ma noi dobbiamo fare la nostra parte: dobbiamo anche sporcarci di più le mani, tutti quanti, per costruire questa legalità, la ricerca della verità, i percorsi che diano libertà alle persone di condurre una vita umana.







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