2010-03-19 14:03:48

Il cardinale canadese Ouellet sul compito della famiglia nel Terzo millennio


Il primo decennio del XXI secolo è stato caratterizzato, tra le altre cose, da “confusione di valori e perdita di riferimenti”, un elemento che ha colpito molto le famiglie. Lo ha affermato mercoledì scorso l'arcivescovo di Québec e Primate del Canada, il cardinale Marc Ouellet. Il porporato - ripreso dall'agenzia Zenit - è intervenuto sul tema “Il compito della famiglia nel Terzo millennio” al congresso “Oriente e occidente: in dialogo sull'amore e la famiglia”, svoltosi il 16 e 17 marzo scorsi presso l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia della Pontificia Università Lateranense di Roma. “L'umanità vive oggi una crisi senza precedenti”, ha segnalato il cardinale Ouellet, sottolineando alcuni aspetti come la crisi delle risorse, il collasso finanziario, il terrorismo internazionale e il relativismo morale. Ciò incide anche sulla crisi della fede. “Nell'ultimo secolo ha modificato l'immagine che l'uomo aveva di se stesso”, ha dichiarato. La crisi crea anche una “confusione alimentata da un linguaggio ambiguo”. Per questo, osserva il porporato, la crisi attuale “non è solo morale o spirituale, ma sopratutto antropologica, e mette in discussione l'umanità”. Il porporato - che ha ricordato come il Concilio Vaticano II abbia saputo affrontare le sfide che allora si intravedevano in vista dell'arrivo del Terzo millennio - ha ribadito l'importanza della famiglia come chiesa domestica, che può essere capace di vivere “secondo la grazia della somiglianza trinitaria”, e ha segnalato che bisogna “ricollocare la visione della famiglia al cuore della Chiesa”. Il cardinale Ouellet ha sottolineato come l'Esortazione apostolica "Familiaris Consortio" di Giovanni Paolo II, pubblicata nel 1981, sia un frutto della riflessione compiuta durante il Concilio Vaticano II sulla vocazione e il ruolo della famiglia, soprattutto sulla necessità di approfondire il tema dell'uomo e della donna come esseri creati a immagine e somiglianza di Dio. L'arcivescovo di Québec ha infine indicato, che la famiglia “partecipa alla missione salvifica della Chiesa”, e sia gli sposi che i figli diventano “Focolari di comunione interpersonale abitata da Cristo e scuola di libertà”, perché si possa così “rispondere alla confusione di valori della cultura di morte e della cultura del possesso e dell'effimero”. (R.P.)







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