Cile: cappelle temporanee per ricostruire la speranza dopo il terremoto
Grazie al sostegno economico dell'associazione caritativa internazionale Aiuto alla
Chiesa che Soffre, i fedeli delle zone del Cile devastate dal terremoto dello scorso
27 febbraio potranno pregare in cappelle temporanee. Aiuto alla Chiesa che Soffre
sta infatti provvedendo alla sistemazione di 15 strutture nelle diocesi più colpite
- come Rancagua, Talca, Linares, Chillán, Concepción e Los Angeles - dove il 70-90%
delle chiese è inutilizzabile. Lo tsunami seguito al terremoto ha provocato ulteriore
distruzione, spazzando via villaggi e cittadine sulla costa. La Chiesa – ricorda l’agenzia
Zenit - stima che le vittime siano quasi 500. In base ad alcuni rapporti ricevuti
da Aiuto alla Chiesa che Soffre, il mese scorso la regione è stata colpita da circa
270 scosse, metà delle quali almeno di magnitudo 5.0 della scala Richter. Alcune di
queste sono state seguite da tsunami. L'Associazione caritativa ha donato per le cappelle
temporanee più di 211.000 euro, ha riferito Ulrich Kny, coordinatore dei progetti
per l'America Latina. Ogni cappella potrà ospitare un massimo di 100 persone. Kny
spera che queste strutture aiutino a ravvivare la vita ecclesiale in Cile. L'iniziativa,
ha aggiunto, è coordinata dal vescovo Alejandro Goic Karmelic di Rancagua, presidente
della Conferenza episcopale cilena. Nella maggior parte delle zone colpite dai terremoti,
ha sottolineato Kny, le Messe sono celebrate all'aperto, ma tra poche settimane arriverà
l'inverno, con temperature molto basse e forti piogge. "La gente vive nella paura
per la possibilità di nuove scosse e tsunami. "L'unica cosa che dà speranza è la fede.
La costruzione delle cappelle è molto importante perché permette alle persone di esprimere
la propria fede e di ricostruire la speranza. Molti hanno perso tutto". (A.L.)