Sri Lanka: cala al nord la diffusione della dengue
La diffusione della febbre emorragica dengue sta diminuendo nella zona settentrionale
dello Sri Lanka, tuttavia gli ufficiali sanitari diffidano ad abbassare la guardia
e invitano ad una maggiore vigilanza. Dall’inizio di quest’anno, sono stati registrati
oltre 2 mila casi di questa infezione trasmessa dai mosquito, nei distretti di Jaffna
e Vavuniya, alimentata ulteriormente dalle ultime piogge monsoniche degli ultimi mesi
del 2009. Secondo l’Unità epidemiologica del Ministero della Sanità, 22 casi sono
stati riportati a Jaffna nei primi 10 giorni del mese di marzo, evidenziando un’importante
diminuzione rispetto agli 800 casi riportati rispettivamente a gennaio e febbraio.
Nel frattempo, si è registrato un calo anche a Vavuniya, dove a gennaio si sono avuti
336 casi, 91 a febbraio e 10 dall’inizio di marzo fino ad oggi. Un grande numero di
civili sfollati, vittime della guerra civile decennale terminata a maggio del 2009,
vivono ancora a Vavuniya. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), alla
data dell’8 marzo, oltre 104 mila sfollati sono rimasti nei campi di Jaffna, Vavuniya
Mannar. Di questi, oltre 99mila si trovano nella Menik Farm di Vavuniya, mentre oltre
170 mila sono tornati nelle proprie abitazioni. Verso la fine del 2009, il monsone
nordoccidentale ha accelerato la diffusione della malattia, registrando fortunatamente
pochi decessi, a differenza dei contagi che continuavano ad aumentare. Quando la dengue
è stata riportata per la prima volta a Vavuniya, nel mese di settembre 2009, l’Oms
e il Ministero della Sanità hanno evidenziato il fatto che la diffusione dell’infezione
si sarebbe potuta incrementare a causa del più facile accesso per i civili e gli altri
al nord del paese. Per cercare di mitigare il contagio, a metà 2009, le autorità sanitarie
hanno avviato una campagna di sensibilizzazione per cercare di educare la popolazione
con visite a domicilio da parte di ispettori sanitari. Secondo l’Unità epidemiologica,
la dengue ha raggiunto livelli epidemiologici in tutto lo Sri Lanka nel 2009 con oltre
32 mila contagi e 300 decessi. La zona settentrionale non ne è stata gravemente colpita.
I distretti di Kandy, Colombo, Gampaha, Kegalle e Kurunegala, (nelle aree centrale
ed occidentale del paese) sono quelli più gravemente colpiti. Questa febbre emorragica
è stata endemica nello Sri Lanka per diversi decenni. Ogni due, tre anni sono state
riscontrate epidemie, e nel 2004 sono stati registrati 15.467 casi e 88 decessi. Secondo
l’Oms, il tasso di incidenza della malattia è cresciuto drammaticamente. Circa 2.5
miliardi di persone, due quinti dell’intera popolazione mondiale, sono a rischio.
Ogni anno si stimano circa 50 milioni di contagi in tutto il mondo. (R.P.)