Razzo Qassam lanciato da Gaza uccide un contadino in Israele
Un razzo Qassam lanciato contro il sud d'Israele dalla Striscia di Gaza - la porzione
di territorio palestinese controllata dagli integralisti di Hamas - è tornato oggi
a uccidere dopo diversi mesi. È accaduto nel giorno dell'arrivo nell'enclave della
nuova rappresentante della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton: la vittima è
un immigrato thailandese che lavorava come bracciante agricolo presso un kibbutz.
L'attacco è stato rivendicato da Ansar al-Sunna, un gruppo radicale islamico avversario
di Hamas. Nelle ore precedenti altri due Qassam erano caduti non lontano dalla cittadina
di Sderot (sud di Tel Aviv) nel quadro di un’improvvisa recrudescenza di attacchi.
Il vicepremier israeliano ha detto che la risposta di Israele sarà adeguata e forte.
La visita della Ashton è a carattere umanitario e non prevede incontri con rappresentanti
di Hamas, ma l'emissaria dell'Unione Europea vuole condannare “con fermezza ogni atto
di violenza”. Reduce da colloqui in Israele e in Cisgiordania con i vertici dello
Stato ebraico e dell'Autorità nazionale palestinese del presidente moderato Abu Mazen,
Ashton è in questi giorni al debutto sulla scena mediorientale in un momento di rinnovata
tensione.
Disarmo e Medio Oriente al centro dei colloqui Russia-Usa a Mosca Il
segretario di Stato americano, Hillary Clinton, è giunta oggi a Mosca per colloqui
con il suo omologo russo Serghiei Lavrov sul disarmo nucleare e per partecipare alla
riunione del Quartetto sul Medio Oriente, in programma domani. Il servizio di Fausta
Speranza
La
visita di Hillary Clinton durerà 36 ore: il segretario di Stato Usa avrà colloqui
con il presidente russo Medvedev, mentre per il momento non sono previsti incontri
con il premier Putin. Clinton e Medvedev discuteranno del trattato Start, in scadenza,
e della nuova intesa che prevede la riduzione degli arsenali nucleari di Mosca e Washington.
La Clinton incontrerà anche il ministro degli Esteri Lavrov, che in un’intervista
al quotidiano russo Rossiiskaya Gazeta ha detto che Russia e Stati Uniti non sono
più avversari, ma non sono ancora amici. Con il presidente Obama – ha spiegato – è
cambiata al positivo l’atmosfera nelle relazioni internazionali fra i due Paesi. Da
parte statunitense, si parla di “buoni progressi” ma di nessuna data prevista per
la conclusione effettiva dell’accordo. Sul tavolo dei colloqui bilaterali anche la
questione del nucleare iraniano: la Clinton ha accennato più volte nelle settimane
scorse a un possibile passaggio alla fase delle sanzioni. Ma nella capitale russa,
la Clinton è attesa anche per un dibattito più ampio sulla situazione in Medio Oriente:
domani ci sarà la riunione del cosiddetto Quartetto sul Medio Oriente, cioè Usa, Russia,
Unione Europea e Onu. Secondo l'agenzia di stampa Interfax, che cita il ministero
degli Esteri russo, il Quartetto ha denunciato il progetto israeliano di costruire
nuove case a Gerusalemme est e intende monitorare da vicino la situazione, dicendosi
pronto ai nuovi passi che potrebbero rendersi necessari.
Iran Domina
ancora l’incertezza per la prossima risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu
sulla spinosa questione del nucleare iraniano. Durante l'incontro con la stampa a
Tokyo, ove si trova il ministro degli Esteri francese per una missione diplomatica
di due giorni, Bernard Kouchner informa che si stanno cercando soluzioni ma al momento
“senza alcun risultato”. “È un pericolo – aggiunge - avere una nazione con un potenziale
nucleare a uso militare”. “Il movimento di protesta in Iran – aggiunge il ministro
francese - va sostenuto, perché gran parte della popolazione è contraria al risultato
delle ultime elezioni presidenziali”'. Intanto, Casipan Makan, il fidanzato di Neda,
vittima-simbolo della repressione delle manifestazioni di protesta, intervenendo alla
Commissione Esteri della Camera in Italia propone, come sanzione contro Teheran, di
non comprare più il petrolio dell’Iran. “La migliore sanzione è proprio questa, è
una di quelle che non si abbattono sul popolo e che non finiscono per colpire persone
come Neda e tanti altri”, suggerisce Makan, rendendo noto che circa l’85% dell’economia
iraniana si fonda sui proventi del petrolio.
La Spagna propone vertice a
sei per accelerare la riunificazione di Cipro Nel tentativo di ridare slancio
ai negoziati per la riunificazione di Cipro, avviati nel settembre 2008 ma apparentemente
giunti a un punto morto, la Spagna - presidente di turno dell'Ue - ha proposto la
convocazione di un vertice a sei. Lo riferisce il quotidiano Hurriyet citando fonti
diplomatiche turche secondo le quali, oltre alla Repubblica di Cipro, alla Repubblica
turca di Cipro del Nord (Rtcn, riconosciuta solo da Ankara), alla Grecia e alla Turchia,
alla riunione dovrebbero partecipare la Spagna, in rappresentanza dell'Ue, e le Nazioni
Unite. Il presidente cipriota Demetris Christofias, da parte sua, avrebbe subito accettato
la proposta a condizione di poter avere, a margine del vertice, un colloquio faccia
a faccia con il premier turco Tayyip Erdogan. Ankara, secondo le fonti, ha accettato
la richiesta di Christofias a condizione che il leaderturco-cipriota Mehmet Ali Talat
possa avere un analogo colloquio con il premier greco George Papandreou. Il capo della
diplomazia spagnola ha vissuto sei anni a Cipro con la famiglia quando ricopriva l'incarico
di rappresentante speciale dell'Ue per il Medio Oriente.
Darfur Il
ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha espresso la propria soddisfazione
per la liberazione di Gauthier Lefevre, un impiegato franco-britannico della Croce
Rossa internazionale (Cicr), rapito in ottobre nel Darfur e liberato oggi dopo cinque
mesi di detenzione. “È per noi tutti un sollievo e una grande gioia”, afferma il capo
della diplomazia francese in un comunicato, sottolineando che l'ostaggio ha dovuto
far fronte a una “terribile prova”. Lefevre, 35 anni, in servizio con il Cicr da cinque,
era stato sequestrato il 22 ottobre scorso mentre viaggiava su un convoglio della
Croce Rossa nella parte ovest del Darfur, presso la frontiera con il Ciad.
Thailandia I
leader delle camicie rosse thailandesi - in piazza da sette giorni a Bangkok – hanno
rifiutato l'appello al dialogo lanciato dal primo ministro Abhisit Vejjajiva, che
oggi aveva ribadito la sua disponibilità al negoziato con i sostenitori dell'ex premier
Thaksin Shinawatra, se questi avessero contenuto la loro protesta nei limiti della
legge. Jatuporn Prompan, uno dei tre capi al vertice dell'Udd (Fronte unito per la
democrazia) ha spiegato che le trattative sono impossibili, finchè Abhisit si rifiuterà
di considerare la richiesta di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. Mentre
il numero di manifestanti è in costante calo rispetto al picco di domenica - meno
di 40 mila, secondo le autorità - le camicie rosse sono comunque intenzionate a causare
blocchi stradali in tutta Bangkok sabato, nel tentativo di mettere ulteriore pressione
sul governo.
Amnesty International: aziende europee commercializzano strumenti
di tortura Alcune aziende europee commercializzano cosiddetti strumenti di
tortura, nonostante l’introduzione nel 2006 di controlli atti a proibirne lo smercio.
La denuncia è di Amnesty International e coinvolge alcune ditte, anche italiane, che
producono materiale destinato a polizia e forze di sicurezza: ad esempio apparecchi
di controllo a distanza dei detenuti, tipo braccialetti e cinture elettriche. Amnesty
chiede agli Stati di tappare le falle legislative che consentono a queste ditte di
utilizzare scappatoie legali. Francesca Sabatinelli ha intervistato Mauro
Palma, presidente del comitato del consiglio d’Europa per la prevenzione della
tortura.
R. – Quegli
strumenti che Amnesty classifica di tortura, in molti Paesi europei, invece, sono
classificati come strumenti di sicurezza avanzata, volti ad essere un’alternativa
o alla presenza fisica di personale o all’utilizzo delle armi da fuoco.
D.
– Questi controlli che furono introdotti nel 2006 non adottavano un linguaggio comune
su quelli che potevano essere considerati strumenti di tortura?
R.
– Su una serie di strumenti non c’è discussione, c’è una sorta di classificazione
internazionalmente accettata. Questi livelli, invece, di controllo a distanza sono
risultati essere in molti Paesi convenienti, formalmente non letali. Questa idea dell’essere
non letali ed economicamente vantaggiosi ha determinato un mercato molto preoccupante
anche in Paesi europei a democrazia abbastanza avanzata.
D.
– Sempre Amnesty International, diverso tempo fa, sottolineava come gli Stati Uniti
avessero venduto i cosiddetti equipaggiamenti per la sicurezza a Paesi dove la tortura
sappiamo essere in vigore. Ciò accade anche dall’Unione Europea?
R.
– Ciò accade anche da alcuni Stati europei. Se è vero che l’Unione Europea non può
essere accusata di vendere strumenti a Paesi che palesemente torturano, può essere
accusata di venderli a Paesi su cui non ha fatto indagini sufficienti, per sapere
come utilizzeranno questi strumenti.
Protesta delle ''Damas
de Blanco'' contro il governo di Raul Castro a Cuba ''Possono uccidermi fisicamente,
ma non uccideranno le mie idee”. Lo ha dichiarato all’agenzia Ansa il noto dissidente
cubano Guillermo Farinas, ricoverato in ospedale da circa una settimana per il digiuno,
che si protrae da ben ventidue giorni, per protesta sulle condizioni carcerarie a
Cuba. Tali dichiarazioni seguono la manifestazione di protesta all'Avana di circa
trenta ''Damas de Blanco'', mogli, madri e figlie di prigionieri politici, in protesta
contro il governo, dopo aver partecipato a una Messa nel quartiere di Parraga in suffragio
di Orlando Zapata, morto per lo stesso sciopero della fame. Nella capitale cubana,
le dissidenti, tra cui Reina Luisa Tamayo, madre di Zapata, e Laura Pollan, una delle
fondatrici del gruppo, sono state fermate dalla polizia e accompagnate nelle loro
rispettive abitazioni. La marcia rientra tra le manifestazioni organizzate in occasione
del settimo anniversario della cosiddetta “Primavera Nera”, quando furono arrestati
75 dissidenti, di cui 53 ancora in carcere. Una contro-manifestazione di circa 300
sostenitori del governo ha contestato in maniera netta l’operato delle donne.
Incidente
di autobus in Nepal: oltre 30 i morti È di almeno 31 passeggeri morti il bilancio
dell'incidente che ha coinvolto un autobus stamani nel Nepal Occidentale. Lo riferiscono
fonti di stampa nepalese. L'automezzo, hanno indicato i soccorritori, è uscito di
carreggiata precipitando nel fiume Karnali dopo un salto di 150 metri. Dodici feriti
sono stati trasportati in ospedale con un elicottero. Non è chiaro quanti passeggeri
si trovassero a bordo del mezzo al momento dell'incidente. Partito dal distretto di
Kalikot con 20 passeggeri, l'autobus si è affollato durante il tragitto, al punto
che molte persone erano state costrette a salire sul tetto.
Guatemala La
magistratura del Guatemala ha autorizzato l'estradizione dell'ex presidente Alfonso
Portillo negli Stati Uniti, dove è accusato di aver sottratto milioni di dollari dai
fondi pubblici durante il suo mandato (2000-2004). L'ex presidente Portillo, 58 anni,
era stato accusato lo scorso gennaio di sottrazione di fondi e di riciclaggio di denaro
sporco da un tribunale di New York. In seguito era stato arrestato su una spiaggia
del nord-est del Guatemala mentre tentava di fuggire a bordo di una imbarcazione verso
il Belize. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Carla Ferraro)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 77 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.