L'imminente visita di Obama in Indonesia, un'opportunità per l'islam locale
La visita di Barack Obama in Indonesia è una felice opportunità per dimostrare che
“l’islam può convivere e contribuire a una società pluralista” e che “Stati Uniti
e comunità islamica nel mondo non sono nemici”. Obama “ha appreso in Indonesia il
multiculturalismo e oggi lo vuole praticare, da Presidente degli Usa”: è quanto dichiarano
all’agenzia Fides leader cristiani e musulmani in Indonesia, alla vigilia del viaggio
del presidente degli Stati Uniti in Indonesia, in programma dal 23 al 25 marzo prossimi.
L’Indonesia – ricorda la Fides - è il Paese in cui Obama ha vissuto da bambino (dal
1967 al 1971) e la nazione si prepara al suo arrivo con cerimonie di benvenuto. La
comunità cristiana considera la visita di Obama un bene per l’Indonesia: oltre a rafforzare
i rapporti diplomatici tra i due Paesi, la visita rappresenta un gesto di amicizia
degli Stati Uniti verso l’islam. Il vescovo di Palangkaraya, mons. Aloysius Maryadi
Sutrisnaatmaka, presidente della Commissione liturgica della Conferenza episcopale,
sottolinea che “oltre ad essere il presidente degli Stati Uniti, Obama è anche premio
Nobel per la pace. La sua visita in un Paese a maggioranza musulmana è anche un modo
per dimostrare il suo impegno per portare la pace, ed affermare che l’islam non è
nemico degli Stati Uniti, né gli Stati Uniti sono nemici dell’islam. Obama – prosegue
il presule - porta con sé anche il messaggio che l’islam può contribuire a costruire
una società pluralista. La visita di Obama – conclude il vescovo di Palangkaraya -
è un’opportunità per riaffermare che nell’islam ci sono valori positivi”, anche se
negli ultimi anni è prevalsa, a livello internazionale, “l’idea dell’islam come religione
ispiratrice di violenza”. (A.L.)