La Chiesa in Angola: il Paese sfrutti le proprie risorse
C’è un Paese in Africa che sta vivendo una forte crescita economica grazie soprattutto
alle proprie risorse minerarie, in particolare petrolio e diamanti il cui prezzo dopo
una fase di crisi è di nuovo in crescita. E’ l’Angola dove però l’incremento nel Prodotto
interno lordo non sembra corrispondere, però, ad un effettivo miglioramento delle
condizioni di vita della popolazione. E’ quanto afferma il vescovo di Benguela, mons.
Eugenio Dal Corso, ricordando che negli ultimi anni il governo ha sostenuto massicci
investimenti nelle infrastrutture. “Anche la recente Coppa d’Africa di calcio tenutasi
in Angola ai primi di gennaio – sottolinea il presule all’agenzia Fides - ha prodotto
nuove spese, in particolare per costruire 4 nuovi stadi”. Questi investimenti hanno
però impoverito le casse dello Stato, “al punto che i dipendenti statali hanno ricevuto
solo ai primi di marzo lo stipendio di gennaio e febbraio”. Se gli investimenti in
infrastrutture sono necessari e benvenuti – prosegue mons. Dal Corso – quello che
lascia perplessi “è la concentrazione di queste grandi opere nelle grandi città e
nella fascia costiera”. Le zone rurali e interne – spiega il vescovo di Bnguela –
sono ancora in gran parte “prive di strade e di altre opere pubbliche”. Occorre valorizzare
le campagne perché l’Angola è ancora “costretta ad importare buona parte delle derrate
alimentari”. Il governo – fa notare mons. Dal Corso – ha lanciato una campagna per
rilanciare il settore agricolo, “ma i progressi sono ancora modesti”. L’Aids continua
inoltre ad essere una piaga, soprattutto nella regione al confine con Namibia e Repubblica
Democratica del Congo. Dal punto di vista ecclesiale, mons. Dal Corso sottolinea infine
che la visita di Benedetto XVI nel 2009 in Angola ha rafforzato la fiducia della comunità
cattolica. (A.L.)