Iraq: chiesta un’indagine internazionale sugli attacchi contro cristiani e minoranze
a Mosul
Il governatore di Ninive, nel nord dell'Iraq, ha chiesto alle Nazioni Unite e all'Unione
Europea di aprire un'inchiesta internazionale sugli attacchi contro le minoranze nella
sua provincia. Atheel al-Nujaifi denuncia un'escalation delle violenze soprattutto
a Mosul, capitale della provincia, ai danni dei cristiani costretti alla fuga o più
semplicemente uccisi. Anche altre minorane, come gli shebek e gli yazidi, subiscono
costanti minacce e aggressioni. Con una lettera, indirizzata al premier Nuri al-Maliki
e al comandante delle forze Usa in Iraq, Nujaifi vuole puntare i riflettori della
politica sulle “sofferenze della mia gente a Ninive e in particolare delle minoranze
irachene, cominciate pochi anni fa”, dopo la caduta di Saddam nel 2003. Il governatore
punta il dito contro le milizie curde e le fazioni politiche a cui appartengono. Sostiene
che i peshmerga controllino gran parte del suo territorio, compresa la zona sinistra
di Mosul. Secondo il politico, le intimidazioni contro cristiani e yazidi fanno parte
di un piano per costringerli a scappare e annettere territorio alla regione semi-autonoma
del Kurdistan con cui la provincia di Ninive confina. “Chi è contrario all'agenda
curda, viene perseguitato, arrestato e fatto sparire”, continua Nujaifi. Nessuno dei
leader curdi ha commentato le accuse. L'anno scorso un rapporto di Human Rights Watch
denunciava che cristiani, yazidi, shabaki e turcomanni “sono presi come bersaglio
nel conflitto fra arabi e curdi per il controllo del territorio e delle risorse della
provincia di Ninive”. Ma alcune personalità curde hanno fatto notare all'agenzia AsiaNews
che l’insicurezza della regione di Mosul è causata soprattutto dalla forte presenza
di miliziani di al Qaeda, responsabili delle uccisioni mirate ai cristiani, e dalla
mancanza di impegno e di efficacia delle forze dell’ordine (R.P.)