Filippine: i vescovi chiedono la liberazione di 43 volontari da un mese nelle mani
dell’esercito
Vescovi, leader religiosi e politici chiedono ad esercito e governo l’immediata liberazione
di 43 operatori sanitari volontari detenuti dal 6 febbraio scorso a Morong (provincia
di Rizal) con la falsa accusa di appoggiare i ribelli comunisti del New People Army
(Npa). L’appello è stato diffuso in questi giorni sui media nazionali e firmato da
oltre mille persone tra politici e leader religiosi cattolici e protestanti. “L’ingiustizia
non deve avere spazio nella società – afferma Edward Malecdan responsabile della chiesa
episcopale filippina – soprattutto quando colpisce quelle persone che cercano di dare
aiuto ai nostri fratelli bisognosi”. I 43 volontari partecipavano a un corso di aggiornamento
tenuto dalla Ong Council for health and development presso il Philippine General Hospital
nel villaggio di Morong a circa 100 chilometri dalla capitale. Durante la lezione
oltre 300 militari hanno fatto irruzione nell’ospedale e li hanno arrestati. Secondo
l’esercito, il gruppo di volontari era in possesso di esplosivi ed armi da fuoco utilizzate
per appoggiare la guerriglia dei ribelli comunisti dell’Npa attivi nella zona. Dopo
l’arresto, i volontari sono stati trasportati in un campo militare. Lo scorso 10 marzo
– ricorda AsiaNews - la Corte d’appello ha respinto una petizione firmata dai famigliari
degli arrestati e confermato la competenza del caso al tribunale della provincia di
Rizal. I parenti hanno annunciato che faranno ricorso alla Corte suprema. (A.L.)