Asia e Africa: segnali diversi su crescita urbana e baraccopoli
“L’espansione delle città è più rapida del miglioramento delle condizioni delle baraccopoli”
sottolinea Gora Mboup, uno degli autori di un nuovo rapporto dell’Onu che fotografa
progressi e difficoltà nello sviluppo urbano a livello globale. Coordinato dall’ente
delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (Onu-Habitat) e intitolato “Lo stato
delle città del mondo 2010-2011”, lo studio evidenzia che in termini assoluti la popolazione
delle baraccopoli ha raggiunto gli 830 milioni. Il dato colpisce soprattutto se messo
a confronto con le stime degli ultimi 20 anni: nel 1990 nelle periferie più povere
vivevano “appena” 650 milioni, divenuti 760 nel 2000. Secondo lo studio, nell’ultimo
decennio il miglioramento delle condizioni di vita ha consentito di “uscire” dalle
baraccopoli a 227 milioni di persone, per lo più in India e Cina ma anche in Indonesia,
Marocco, Colombia, Argentina e Repubblica dominicana. Difficile resta la situazione
della regione sub-sahariana: dal Cairo a Nairobi, da Lagos a Kinshasa, in quartieri
spesso senza acqua potabile e servizi igienici vivono 200 milioni di africani, circa
il 60% della popolazione urbana. Il rapporto è stato diffuso a pochi giorni dal V
Forum mondiale urbano, che si apre lunedì a Rio de Janeiro. Secondo il rapporto, oltre
a un naturale incremento demografico all’espansione delle baraccopoli contribuiscono
l’arrivo di migranti dalle campagne e l’assorbimento nel tessuto urbano di villaggi
a ridosso delle periferie. (R.P.)