Si sta svolgendo in Italia la Settimana nazionale della tiroide: sono 6 milioni gli
italiani che soffrono di problemi che coinvolgono questa ghiandola endocrina. Una
realtà spesso sconosciuta ma che causa notevoli disagi ai pazienti, spesso costretti
a sottoporsi a lunghe terapie farmacologiche se non a ricorrere alla chirurgia. Sulla
funzione della tiroide ascoltiamo il prof. Celestino Pio Lombardi, dell’Unità
operativa di Chirurgia endocrina del Policlinico Gemelli di Roma, intervistato da
Eliana Astorri:
R. – La tiroide
è una ghiandola molto importante: si trova a livello del collo. E’ un po’ l’acceleratore
del nostro metabolismo. E' fondamentale perché serve a condurci durante la nostra
vita con le accelerazioni e le decelerazioni, riattivando o attivando il metabolismo
complessivo di tutto l’organismo. Per cui una funzione eccessiva o una funzione scarsa
di questa ghiandola ha dei riflessi importanti sulla nostra vita.
D.
– Quante persone in Italia soffrono di problemi legati alla tiroide?
R.
– Consideri che è una patologia ‘sfumata’. Alterazioni anche minime della tiroide
vanno a colpire circa il 50 per cento della popolazione, in modo particolare la popolazione
femminile: si consideri che circa una donna su dieci ha problemi nodulari della tiroide.
Il rapporto è di uno a quattro. Per fortuna, di questo 50 per cento circa, le patologie
vere e proprie che devono essere controllate qui, in Italia, sono il 10 per cento
circa. Mi riferisco in particolare alle patologie nodulari: quando si parla di nodulo
si parla proprio di una pallina, più o meno grande, a livello di uno dei due lobi
della ghiandola della tiroide. Sono quelle che vanno indagate con maggiore attenzione
perché una percentuale non trascurabilissima – il 10 per cento dei casi – può essere
un tumore o un tumore maligno. Nell’ambito di tutti i tumori dell’organismo i tumori
della tiroide sono nell’ordine dall’1 al 3 per cento e in progressivo aumento nel
corso di questi ultimi decenni.
D. – Quali sono le
malattie più comuni che colpiscono la tiroide?
R.
– Dividiamo patologie di tipo funzionale e patologie di tipo nodulare che possono
a volte essere funzionali. ‘Funzionali’ significa che a volte la tiroide funziona
troppo o troppo poco. Quando funziona troppo abbiamo il quadro dell’‘iper-tiroidismo’:
il paziente è agitato, tende a dimagrire, può avere a volte una sporgenza eccessiva
degli occhi che si evidenzia sempre di più. Può avere disturbi della vista, ha fame
ma pur mangiando tanto continua a dimagrire, è molto nervoso e molto eccitabile. L’‘ipo-tiroidismo’
è il contrario: la tiroide funziona poco, il soggetto si può sentire perennemente
stanco, affaticato, comincia ad ingrassare, quindi ha una sensazione di cattiva salute.
Per quanto riguarda invece la patologia morfologica – nodulo della tiroide – è la
patologia che ci preoccupa un po’ di più, perché mentre l’‘iper’- o l’‘ipo-tiroidismo’
sono nella stragrande maggioranza dei casi curabili farmacologicamente, per quanto
riguarda i noduli alla tiroide comincia sia un’iter diagnostico sia un iter terapeutico
un pochino diverso, fino all’intervento chirurgico, in alcuni casi.
D.
– Per quello che riguarda i noduli, come ce ne rendiamo conto?
R.
– L’ecografia, soprattutto con le macchine più recenti che hanno una sensibilità molto
elevata, ci consentono di valutare le piccole asperità e irregolarità della ghiandola
tiroidea e quindi dei noduli. La scoperta di un nodulo innesca quindi un meccanismo
diagnostico più definito che porta ovviamente a fare gli esami ormonali. Porta ad
un ulteriore esame che è l’ago-aspirato, fondamentale per capire se la natura del
nodulo è benigna o maligna. Può portare o ad una cura o ad un controllo senza fare
nessuna terapia, o ad un intervento chirurgico. Se il nodulo è evidente, può dare
sintomi di compressione, quindi di difficoltà a deglutire, sensazione di mal di gola.
Se c’è una componente infiammatoria, può esserci una classica sporgenza che molto
spesso è un nodulo della tiroide che, a seconda della costituzione del soggetto, può
essere più o meno evidente.
D. – Ma c’è un motivo
per cui si formano questi noduli?
R. – Molto spesso
è una carenza iodica: lo iodio è una sostanza fondamentale degli ormoni tiroidei.
La carenza di questo porta ad una iperfunzione, ad un’iperfunzione che può mantenersi
all’interno di limiti normali oppure può produrre il classico gozzo, quindi un ingrossamento
diffuso e multi nodulare della tiroide. (Montaggio a cura di Maria Brigini)