Quaresima e giustizia: riflessione del vescovo di Ariano Irpino
Quaresima è un tempo di rinnovamento: il Papa ha invitato a riflettere in questo periodo
sul tema della giustizia di Dio che si è manifestata per mezzo della fede in Cristo.
Ma come costruire giustizia attorno a noi? Fabio Colagrande lo ha chiesto al
vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, mons. Giovanni D’Alise:
R. – Mi sembra
che, in un momento di crisi molto forte come questo, la Chiesa e i cristiani hanno
un compito particolare, quello di essere un’alternativa alla giustizia di questo mondo.
Mi sembra che il Papa abbia dato un suggerimento molto forte: non si tratta semplicemente
di una giustizia distributiva, ma di una giustizia divina, da portare nel discorso
del Regno di Dio sulla terra. E’ il nuovo che noi dobbiamo portare e spingere in alto.
Ora questo discorso in mezzo a tante liti e in mezzo a tante distrazioni diventa difficile,
ma noi pastori siamo tenuti a farlo. La giustizia di Dio è la misericordia. Non è
una misericordia che cancella e disimpegna le persone, ma è una misericordia che impegna
ancora più fortemente i fedeli e soprattutto i credenti, e impegna tutti gli uomini.
D.
– E’ in questo senso, dunque, mons. D’Alise, che la crisi economica, e anche la crisi
di cui lei parla, quella di tanti modelli di vita, interpellano i cristiani?
R.
– Sì, in modo particolare in Quaresima, se noi siamo fedeli alla Parola di Dio, che
viene data in abbondanza in questo periodo. E’ proprio sui modelli di vita che viene
chiesto il nostro impegno cristiano. Modelli di vita che dovrebbero essere più sobri,
più pensati soprattutto. I cristiani devono imparare a saper puntare sull’essenziale,
che porta l’uomo dalla profondità del peccato alle altezze della resurrezione, di
un modo nuovo di vivere nello spirito.
D. - Cosa
significa affrontare con la lampada della fede questo momento particolare della nostra
storia, in cui il cristiano può dare una testimonianza particolare?
R.
– Io credo che il cristiano debba fare un’immersione in tutto quello che è il discorso
quaresimale, ma soprattutto pasquale. Cristo Gesù non si presenta trionfante, anche
dopo la resurrezione, Egli è mescolato alle cose che succedono, Egli è risorto ma
porta i segni delle difficoltà degli altri. Ora, la Chiesa è ancora in cammino e deve
seguire il Risorto non nel trionfo, ma nell’umiliazione, nel saper vivere con impegno
e soprattutto con serenità interiore i momenti più difficili e farsi carico di questi
momenti.
D. – Eccellenza, come vede la gente, in
particolare del sud, affrontare questa crisi?
R.
– Le difficoltà sono tantissime. Le famiglie che cadono sempre di più nella povertà
aumentano giorno dopo giorno in un mondo dove i furbi ce la fanno, dove i furbi riescono
a precedere gli altri. Ma questo deve rinforzare il cuore dei credenti, i quali non
devono diventare furbetti come gli altri, ma con la coscienza della speranza che è
in loro devono dare testimonianza di solidarietà. (Montaggio a cura di Maria
Brigini)