I vescovi del Guatemala a Obama: riforma giusta della legge sull'immigrazione
In una nota della pastorale per la mobilità umana della Conferenza episcopale del
Guatemala si chiede alle autorità degli Stati Uniti, in particolare ai membri del
Congresso e al presidente Barack Obama, “l’apertura di un dialogo serio e profondo
per una riforma migratoria giusta, integrale e dal volto umano”. Una riforma, che
se realizzata, potrebbe dare “dei benefici a 12 milioni di persone senza documenti
che oggi vivono e lavorano negli Stati Uniti”. Tra queste persone - si ricorda nella
nota a firma del vescovo di San Marcos, mons. Alvaro Leonel Ramazzini Imeri, presidente
della Commissione pastorale per le migrazioni - ci sono migliaia di guatemaltechi.
Come altri milioni di ispanici, anche gli immigrati guatemaltechi - si sottolinea
nel documento - hanno posto “la loro fiducia nei cambiamenti che Obama ha promesso”.
Queste persone si attendono quindi “una nuova riformulazione o proposta presso il
Senato e la Camera sulla situazione che vivono”. Nella nota si cita inoltre una lettera
inviata nel settembre del 2009 al capo della Casa Bianca e firmata da numerosi vescovi
del Centro America. Per la pastorale dei migranti del Guatemala, la situazione è sempre
più drammatica anche perché tra coloro che sono costretti a migrare è ormai ampiamente
diffusa la “pratica del sequestro a scopo estorsivo”, soprattutto in Messico. I parenti
di queste persone devono pagare alte somme di denaro per liberare i loro cari dalle
mani di bande criminali che sempre cercano di ricavare profitti dalle tragedie umane.
A questo va aggiunta la situazione altrettanto drammatica che spesso queste persone
vivono quando riescono a passare la frontiera poiché non di rado vengono trattenute
in centri statali per lunghi periodi oppure deportate senza nessuna considerazione
per l’unità dei nuclei familiari. I vescovi del Guatemala si dicono infine allarmati
per “la percezione della criminalizzazione delle migrazioni negli Stati Uniti”. Questo
apre la strada allo “sfruttamento da parte dei capi del narcotraffico e del crimine
organizzato che vedono nei migranti la possibilità di un arricchimento illecito”.
In conclusione i vescovi rinnovano il loro impegno a sostegno di queste popolazioni
e dichiarano ancora una volta la totale disponibilità a dare ogni tipo di contributo
che sia necessario e opportuno. (A cura di Luis Badilla)