2010-03-16 15:03:42

Tensione a Gerusalemme nell'odierna "Giornata della collera" per i nuovi insediamenti israeliani


Tensione a Gerusalemme, dove si sono verificati scontri tra la polizia israeliana e gruppi di palestinesi in occasione della odierna “Giornata della collera” decretata da Hamas per protestare contro i progetti ebraici a Gerusalemme est. Intanto, l’emissario statunitense per il Medio Oriente, Mitchell, ha rinviato la sua visita in Israele. Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Lacrimogeni, granate, lanci di sassi. E’ lo scenario cui si è assistito stamani a Gerusalemme tra la polizia israeliana e gruppi di palestinesi. Teatro dei disordini la periferia nord della Città santa, incidenti si sono registrati nel campo profughi di Kalandya, vicino a Ramallah, e in altre località della Cisgiordania. Il bilancio è di una cinquantina di contusi o feriti lievi tra i manifestanti e i poliziotti israeliani. L’area rimane blindata con tremila agenti a vigilare anche gli accessi a Gerusalemme, per impedire che i palestinesi di cittadinanza israeliana, residenti in Galilea, arrivino a dare man forte ai manifestanti. A far scatenare la tensione l’odierna “Giornata della collera” proclamata da Hamas contro l'espansione ebraica nella parte orientale di Gerusalemme e all'indomani dell'inaugurazione della grande sinagoga Hurva, situata entro le mura della Città vecchia che – secondo la tradizione – sarebbe il preludio alla rinascita di un tempio ebraico addirittura sulla Spianata, al posto della moschea Al Aqsa. Accanto a quello che succede sul terreno, c’è anche una crisi diplomatica che si sta consumando tra gli Stati Uniti e Israele, culminata nel rinvio della missione prevista per oggi dell’inviato americano per il Medio Oriente, Mitchell, e che segue l’ennesima conferma ieri da parte del premier ebraico, Netanyahu, di non interrompere gli insediamenti a Gerusalemme Est. Oltre agli Stati Uniti, ha protestato anche l’Alto Rappresentante europeo per gli Esteri, Catherine Ashton, che dal Cairo ha sottolineato che gli insediamenti minano i negoziati di pace. Negoziati ai quali – risponde l’Autorità nazionale palestinese (Anp) – Netanyahu non sarebbe interessato.
 
Pakistan
Almeno 10 talebani sono stati uccisi in un raid condotto da un drone statunitense nella zona del Waziristan settentrionale, alla frontiera tra Pakistan e Afghanistan. Si è concluso in modo positivo il rapimento di un bambino, residente in Gran Bretagna ma di origini pakistane, sequestrato alcune settimane fa durante una vacanza con il padre a Jhelum, 100 chilometri da Islamabad. Ieri, il rilascio del piccolo che era tenuto da un gruppo di uomini armati. Non si sa se sia stato pagato un riscatto.

Afghanistan-Onu
In una videoconferenza, ieri sera, tra il presidente americano, Barack Obama, e il suo omologo afghano, Hamid Karzai, il capo della Casa Bianca ha riaffermato l’impegno a lungo termine preso dagli Stati Uniti nel Paese asiatico. I due leader hanno anche discusso del processo di riconciliazione con i talebani. Intanto, nonostante il clima di violenza, l’Onu è tornata a garantire la sua presenza. Insieme con il neo-rappresentante del Palazzo di Vetro a Kabul, Staffan De Mistura, sono rientrati 600 dipendenti delle Nazioni Unite, allontanati sei mesi fa per motivi di sicurezza.

Thailandia: manifestazioni dell'opposizione
Anche oggi in Thailandia decine di migliaia di manifestanti, tutti sostenitori dell’ex premier Shinawatra, sono scese in piazza a Bangkok per una nuova imponente manifestazione di protesta contro il governo del premier, Abhisit Vejjajiva. Tra le iniziative organizzate, i dimostranti hanno raccolto il loro sangue per poi versarlo davanti la sede del governo, nel tentativo di ottenere lo scioglimento del parlamento ed elezioni anticipate. Da Bangkok, il commento del giornalista Stefano Vecchia, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – La donazione di sangue che è avvenuta questa mattina è servita per celebrare una sorta di rito propiziatorio all’interno del palazzo del governo. L’edificio è stato praticamente preso d’assedio da decine di migliaia di manifestanti. Una delegazione di leader è entrata, ha versato una parte del sangue raccolto - la previsione era di raccoglierne circa mille litri - e poi ha lasciato il palazzo. Ovviamente, tutto sotto il controllo di un imponente apparato di sicurezza sia di polizia, sia di militari, tutti non armati.
 
D. – Perché è così forte l’opposizione contro il premier Vejjajiva?
 
R. – Perché stanno venendo alla luce tutti i problemi di questo Paese: un Paese fortemente diviso, ineguale per molti aspetti, un Paese in cui una buona parte della popolazione – soprattutto quella rurale – ha poco per vivere e anche ben poche speranze di evolvere da questa situazione. I manifestanti sono guidati da una serie di leader e hanno come punto di riferimento Thaksin Shinawatra, l’ex premier ora in esilio: ora hanno deciso di dare una spallata finale al governo, occupando in qualche modo Bangkok.
 
D. – Eppure a Thaksin Shinawatra sono stati confiscati miliardi di dollari per episodi di corruzione. Perché l’ex premier ha così tanta presa tra la popolazione?
 
R. – Perché è l’unico, da molti anni, che abbia dato se non altro l’illusione alla popolazione di avere qualcuno che li ascoltasse. Tutti citano il programma dei "30 baht", ossia la possibilità di accedere all’ospedale, di avere le cure essenziali, a volte anche interventi chirurgici al prezzo di 30 baht, ossia circa 70 centesimi di euro: qualcosa che prima nessuno aveva mai fatto.

Yemen
Si riaccende la tensione in Yemen. Il governo di Sanaa ha reso noto che i ribelli sciiti del nord hanno violato l’accordo per il cessate-il-fuoco siglato mesi fa. Gli insorti sarebbero nuovamente tornati nelle zone che avevano lasciato, istituendo nuovi posti di blocco e ostacolando il lavoro degli osservatori incaricati di controllare il rispetto della tregua.

Usa-Russia sullo Start
Il parlamento russo ha minacciato di non ratificare il nuovo Trattato Start con gli Stati Uniti se l’accordo sul disarmo nucleare non includerà lo scudo antimissile americano in Europa. Da tempo, Mosca e Washington stanno mettendo a punto l’intesa che sostituirà lo Start-1, concordato nel 1991 e scaduto il 5 dicembre 2009.

Italia: indagato Berlusconi, accuse ai magistrati
Nuove accuse alla magistratura e alla sinistra sono giunte oggi dal premier italiano, Silvio Berlusconi. In una lettera al Club della Libertà, associazione a supporto del Pdl, ha parlato della loro alleanza “per influenzare il voto dei cittadini” in vista delle elezioni regionali. Le dichiarazioni del premier arrivano all’indomani della sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Trani nell’ambito della vicenda Rai-Agcom, l’autorità garante delle Telecomunicazioni. Berlusconi è indagato per concussione e minacce. Indagati anche il commissario dell’Agcom, Innocenzi, e il direttore del Tg1, Minzolini.

Regionali in Francia
Dopo il voto alle regionali di domenica, al via in Francia il gioco delle alleanze in vista del ballottaggio del 21 marzo. Ieri, Europe Ecologie e Front de Guache, formazioni di sinistra, hanno confermato l'accordo per il secondo turno delle elezioni in 19 delle 22 regioni, ma l’intenzione dell’opposizione, ormai maggioritaria nel Paese, è di riconquistarle tutte e 26. Intanto, l’Ump, partito del presidente Sarkozy, ha chiesto ai suoi collaboratori di lavorare affinché si riportino i francesi a votare. Nel primo turno l’astensionismo è stato pari al 53%.

Grecia-Unione Europea
Domina l’incertezza nelle quotazioni della Borsa di Atene dopo lo slittamento da parte dell’Unione Europea delle decisioni in merito agli aiuti per arginare la crisi economica in Grecia. “L’accordo c’è, ma restano ancora alcuni punti tecnici che dovranno essere approfonditi nelle prossime settimane”: lo ha precisato ieri il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.

Elezioni in Nigeria
La Commissione elettorale nigeriana ha indicato due date possibili per le prossime elezioni presidenziali. Le consultazioni si potranno tenere il 22 gennaio 2011 o l'11 aprile 2011, a seconda dell'esito delle riforme elettorali in discussione in parlamento.

Cile-sisma
E’ tornata la paura in Cile. La scorsa notte, un nuovo sisma ha scosso il Paese causando danni alla rete elettrica e telefonica. L’epicentro del terremoto – di magnitudo 6.7 Richter – è stato registrato nell’Oceano Pacifico, circa 70 chilometri a nord-ovest di Concepcion, devastata dal sisma e dallo tsunami del 27 febbraio scorso. La replica registrata nella notte è una delle più forti delle ultime due settimane. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 75
 
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