Studioso islamico indiano condanna le violenze contro la comunità copta in Egitto
“I musulmani devono riflettere in modo serio sui loro fallimenti e ritornare ai valori
sanciti dal Corano”: così lo studioso islamico indiano Asghar Ali Enginneer, responsabile
del Centro studi sulla società e il secolarismo con sede a Mumbai apostrofa i fanatici
che si sono resi responsabili degli scontri con la comunità copta in Egitto venerdì
scorso. In particolare Ali Enginneer, nell’intervista rilasciata ad Asianews, si sofferma
sulla condanna di alcuni imam “che fomentano odio e divisioni interconfessionali”.
L’episodio cui fa riferimento risale, appunto, al 12 marzo scorso, quando una folla
di tremila estremisti islamici si è scagliata contro alcuni fedeli copti riuniti in
preghiera a Mersa Matrouh, nel nordovest dell’Egitto. La violenza è stata scatenata
dalla notizia, falsa, che la comunità copta stava costruendo una nuova chiesa, rivelatasi
poi un ospizio. Negli scontri sono rimaste ferite 25 persone e la polizia ha arrestato
30 individui, tra musulmani e cristiani. “I musulmani si riferiscono al profeta Maometto
come Muhsin-e-Insaniyyat, ovvero il benefattore dell’umanità, ma è raro che si chiedano
davvero il significato di questa caratteristica. Molti fedeli non conducono una vita
semplice come quella del profeta – conclude Asghar Ali Enginneer – non rispettano
i diritti e la dignità umana, non tutelano la giustizia e non tengono in alta considerazione
la vita umana”. (R.B.)