Irlanda: per i vescovi sono immotivate le accuse al cardinale Brady su un caso di
pedofilia
I vescovi irlandesi ribadiscono in un comunicato che il cardinale Seán Brady, primate
della Chiesa d’Irlanda, non ha avuto nessuna responsabilità nella presunta copertura
di un caso di pedofilia avvenuto negli anni ’70. La ricostruzione parte dal mese di
marzo del 1975 quando il vescovo Francis McKiernan chiese all’allora padre Seán Brady
di condurre un’inchiesta canonica su una denuncia di abusi sessuali su minori riguardante
un sacerdote, Brendan Smiyth. Nella nota, ripresa dal Sir, si ricorda che padre Brady
non aveva allora “alcun potere decisionale per quanto riguarda l’esito” dell’inchiesta.
Era invece mons. McKiernan ad avere questa responsabilità. Padre Brady ha intervistato
due ragazzi, “invitati a confermare con giuramento la veridicità delle loro dichiarazioni”.
Fu richiesto il giuramento – si precisa nella nota – per evitare ogni possibile collusione
nella raccolta delle prove e per assicurare che il processo potesse resistere ad ogni
contestazione del sacerdote implicato nella vicenda. Padre Brady rivelò poi il contenuto
delle interviste al vescovo McKiernan per “una sua immediata azione”. Il 12 aprile
del 1975 il vescovo McKiernan ha poi informato l’abate di Kilnacrott, superiore del
religioso autore degli abusi. La responsabilità specifica per la vigilanza delle azioni
del sacerdote è stata inoltre affidata ai suoi superiori. Il vescovo McKiernan ha
ritirato le facoltà sacerdotali al prete incriminato e consigliato “l’intervento psichiatrico”.
Brendan Smith, arrestato e condannato a 12 anni, è morto in carcere a metà degli anni
’90. (A.L.)