I vescovi del Paraguay: il Paese ha bisogno di cittadini e cristiani disponibili
a costruire una nazione libera e sovrana
La Conferenza episcopale del Paraguay nella sua recente riunione plenaria ha riflettuto
sulla Missione continentale e sul senso vero da dare alle celebrazioni del bicentenario
dell’indipendenza nazionale che sarà ricordato in quasi i tutti i Paese dell’America
Latina. Si tratta, scrivono i presuli nel comunicato finale, di “trovare nel cuore
della nostra storia i dinamismi che ci proiettano verso una patria che ha bisogno
di patrioti e di dirigenti impregnati di autentico amore per il Paraguay”. Il Paese,
aggiungono, ha “bisogno di noi” e attende “cittadini e cristiani disponibili a costruire
una nazione libera e sovrana”. In questa direzione, compito dei vescovi è promuovere
un’educazione di qualità per tutti attraverso un nuovo sistema educativo che “garantisca
la formazione della persona umana e promuova lo sviluppo integrale”: condizioni necessarie
per “rinforzare l’identità nazionale”. Nell’ambito di questa formazione, i vescovi
del Paraguay danno fondamentale importanza alle condizioni che permettono di accrescere
“l’immagine di Dio” racchiusa in ogni individuo e, dunque, all’educazione verso la
trascendenza. “Perciò – osservano - esprimiamo le nostre preoccupazioni per gli orientamenti
di un’educazione sessuale che contraddice i principi fondamentali della natura umana
e affermiamo ancora una volta la verità sulla la creazione dell’uomo quale maschio
e femmina e sul matrimonio che vive responsabilmente la sua sessualità aperta alla
vita”. Parlando sempre dell’educazione, i vescovi ne rilevano l’importanza anche per
quanto riguarda la “trasformazione delle condizioni di povertà ed emarginazione in
cui si trova il Paese”. “Un’educazione di qualità potrebbe garantire – aggiungono
- uno sviluppo sostenibile, personale e sociale”; e dunque, “come Chiesa ci sentiamo
interpellati per dare maggiore rilevanza alla pastorale giovanile e vocazionale” nella
quale possono crescere “buoni cittadini e anche nuovi discepoli di Gesù Cristo”. Il
documento episcopale presta particolare attenzione alla salute e al sistema pubblico
che deve garantire la salute alla popolazione, in particolare quella più povera. Sulla
questione della terra e il suo sfruttamento, centrale nella vita del Paese, i presuli
ricordano che essa “è un dono di Dio per tutti”. Al riguardo chiedono alle autorità
più “attenzione alla questione con lo scopo di raggiungere una giusta distribuzione
più equa”. Preoccupa anche il mondo del lavoro, soprattutto il fenomeno della disoccupazione,
e perciò i vescovi chiedono la creazione di nuove fonti di introito. Il lavoro, sottolineano,
“aiuta a diminuire la povertà regnante, l’emigrazione interna ed esterna di giovani
e adulti, soprattutto delle donne” e dunque va assunto come priorità urgente. I vescovi
ricordano anche l’importanza delle tasse, giuste e adeguate, che ciascuno deve pagare
come contributo al bene comune, ragion per cui chiedono la rapida approvazione della
legge sul tema. La Conferenza episcopale del Paraguay conclude il comunicato con un’ampia
riflessione sull’importanza della famiglia e la sicurezza dei cittadini. “La famiglia
è la prima educatrice di pace e convivenza sociale” e quella che per prima “trasmette
la fede”, scrive. Dalla sua stabilità, dalla fiducia reciproca dei suoi membri, “nasce
la vera sicurezza della nazione”. (Acura di Luis Badilla)